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Report settimanale sui mercati finanziari

Yes we can but it’ s very strange. Nell’ ultima ottava abbiamo assistito ad un sostanzioso rimbalzo delle borse mondiali complice le parole dell’ AD di Citigroup  Pandit che ha dichiarato che dopo due anni (non succedeva dall’ anno 2007) il colosso bancario americano chiuderà i primi due mesi del 2009 con un utile di 9 mld di dollari al lordo di imposte e svalutazioni (a noi sembra davvero strano che un gruppo che fino a due settimane fa reclamava altre iniezioni di liquidità ora goda di ottima salute).
A livello europeo la piazza migliore è stata Francoforte con il DAX30 che ha fatto segnare una performance positiva del 7,83%, seguita dall’ indice francese, il Cac40 (+ 6,75%) ed infine dall’ indice inglese il FTSE100 (+ 6,31%). A livello settoriale dobbiamo segnalare in denaro il settore bancario (+18,06% dove spiccano i rialzi di Bnp Paribas, Deutsche Bank e Credit Agricole) che ha beneficiato della spinta di Citigroup, seguita dal settore assicurativo (+12,45% in evidenza Aviva) ed infine da quello dei servizi finanziari (+12,08%) mentre in lettera dobbiamo segnalare il settore delle utilties (-2,16%).

 

Piazza Affari chiude la settimana in grande spolvero con lo S&P/Mib (+7,05%) a dimostrazione che il comparto bancario ha un peso importante sul nostro listino ( uno studio recente ha evidenziato che le banche pesano per il 71% sul listino). Fra i titoli maggiori si mettono in evidenza Unicredit (+26,12% anche se la settimana era cominciata nel peggiore dei modi con il minimo storico assoluto a 0,6665 centesimi ma in seconda battuta le notizie provenienti dall’ America e il probabile ricorso dei Tremonti bond, molto apprezzati dal mercato, hanno fatto rimbalzare il titolo), Autogrill (+21,47% sostenuto dai postivi dati pubblicati con un +19% di ricavi anche se in un primo momento il titolo era stato penalizzato per la non distribuzione del dividendo) e d Ubi (+18,86%). In rosso, invece: Fastweb (-11,53% per la riduzione dei margini ma soprattutto pesa anche il fatto che da Lunedì 23 il titolo lascerà il listino principale), Finmeccanica (- 10,73% preoccupa il debito e lo slittamento dell’ IPO di Ansaldo Energia) e Lottomatica (-7,84% il mercato ha già dimenticato i buoni dati pubblicati).
Rally, ovviamente, anche per il mercato americano con l’indice S&P500  che ha chiuso con un rimbalzo del 10,71%, mentre il Nasdaq e il DJIA hanno fatto segnare rispettivamente un + 10,64 % e + 9,01%. In quest’ultima settimana abbiamo assistito al rimbalzone dei bancari (Citigroup, BofA, Jp Morgan hanno fatto registrare rialzi superiori ai 70 punti percentuali) dei servizi finanziari (Hatord Financial +94,48%) e dell’ automotive ( GM +87,59%, Ford +30%).
Settimana all’ insegna del denaro per il Nikkei225 (+5,52%) ritornato sotto la soglia dei 7500 punti trainato dal rimbalzo dei titoli tecnologici e finanziari mentre sotto stress è risultato il settore healt care nel timore che la megaoperazione Merck –  Schering – Plough accresca la concorrenza e quindi livelli i prezzi verso il basso.

Al momento il quadro macroeconomico sta producendo dati all’insegna della deflazione. Il contratto -future sul decennale nell’ ultima settimana, dopo aver avviato le contrattazioni a quota 125,20 punti, ha scambia to nell’intervallo di prezzo 123,13–125,63 per poi attestarsi nel finale a 124,00 punti, in calo di circa 2,5 figure. La curva dei rendimenti in Europa ha finito per recuperare terreno. Il titolo a 2-anni si è attestato in area 1,33%, in rialzo di 15 centesimi, il 5-anni è salito di 18 centesimi (2,24%), il decennale ha archiviato la settimana al 3,06% (+13 centesimi) mentre il segmento di curva 15-30 anni si è attestato tra il 3,84% e il 4,12%, in progresso di 14-23 centesimi. Il rimbalzo pirotecnico dei mercati azionari ha sfavorito i titoli di stato, che se da un lato sono favoriti da uno scenario macro recessivo -deflazionistico, dall’altro sono penalizzati da una maggiore percezione del rischio di credito e da un quadro grafico -tecnico che li vede nel medio-lungo termine in una zona grafica di ipercomprato.
Il 2009, in seguito all’allargamento della crisi, da “annus horribilis” per le economie occidentali è destinato a diventare l’anno della crescita negativa su scala mondiale. L’allarme è arrivato dal direttore generale del FondoMonetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, secondo il quale il mondo è in una grande recessione e la stima del FMI circa la crescita del PIL mondiale nel 2009 (+0,5% y/y) elaborata nel mese di gennaio è impensabile che si avveri, anzi ci sarebbe il serio rischio di vedere entro fine anno un PIL sotto lo zero. La ripresa, attesa nel 2010, potrà avvenire solo se i piani di stimolo fiscale saranno veramente realizzati. E lo spettro della deflazione potrebbe anche spingere la BCE a considerare l’ipotesi dei tassi vicino allo zero anche nella Zona Euro . Al momento non esiste però un calo durevole dei prezzi. Solo un’ipotesi quindi che però stride con quanto ribadito da Weber, presidente della Bundesbank nonché uno degli esponenti più influenti del consiglio direttivo della BCE, secondo cui il livello minimo dei tassi dovrebbe essere l’ 1%. A meno di una settimana dal taglio del costo del denaro all’ 1,5%, deciso non all’ unanimità come accaduto nelle riunioni precedenti ma a larga maggioranza, sembra dunque farsi strada un dibattito nei piani alti dell’ Eurotower su quale linea tenere in caso d’emergenza. I tassi d’interesse ufficiali sono stati tagliati in modo quasi del tutto definitivo nelle nazioni occidentalizzate. Negli USA come in Giappone vige la cosiddetta “zero -interest-rate – policy”, mentre nel Regno Unito ormai la politica monetaria classica ha perso di significato con il costo del denaro portato allo 0,50%. E sul tema delle misure non convenzionali, come l’acquisto di titoli sul mercato aumentando l’offerta di moneta, come nel caso della Banca d’Inghilterra, la BCE non ha ancora preso nessuna decisione. L’espansione della base monetaria sotto il profilo monetarista implica produzione di carta -moneta e futura inflazione nel medio -lungo termine. Si tratta di una scelta pericolosa sia per la divisa del Paese che per i titoli di stato. Se le aspettative d’inflazione dovessero radicarsi in uno scenario macro di medio-lungo termine allora bisognerebbe vigilare sui temi governativi.

In settimana a dare volatilità al mercato dei cambi ha contribuito la decisione presa dalla Swiss National Bank di tagliare i tassi di 25 basis points, da 0,50% a 0,25%.
L’FBI americana sta indagando su molti correntisti svizzeri di UBS, circa 52mila, con lo stato americano che ha chiesto alla nota banca d’affari svizzera di sollevare il segreto bancario e rivelarne i nomi. Si tratta di un newsflow molto delicato che mina alla base la solidità del franco svizzero. Il fatto che la Swiss National Bank sia intervenuta a lamentarsi della forza del franco svizzero va ad incastonarsi con un profilo già anomalo che vige sulla divisa elvetica da qualche settimana, ovverosia da quando allo scandalo di Bernard Madoff si è aggiunto anche quello di Allen Stanford. Sotto il profilo dei fondamentali il franco potrebbe essere anche detenuto in ottica diversificante, ma si continua a restare alla finestra su questo fronte. L’attendismo è d’obbligo, anche perché si continua a discutere di maggiore regolamentazione finanziaria e di maggiore trasparenza in un contesto in cui l’industria degli hedge-fund è stata presa di mira in particolar modo. Il franco svizzero è dunque una divisa dai molti punti interrogativi in questo frangente. Graficamente l’euro-franco svizzero ha rotto in pochi minuti la media-mobile a 50 e a 100 giorni, rispettivamente a 1,4897 e a 1,5044. La resistenza si pone a 1,5510, dove passa la media-mobile a 200-giorni. In materia di yen, l’altra divisa un tempo sicuramente anti-ciclica, continua a tenere banco l’idea che i titoli governativi nipponici
possano essere più rischiosi che in passato. I credit-default-swaps a 5-anni sui temi governativi si sono apprezzati, salendo a ridosso dei massimi fino a 116 basis points, con il top a 120 basis points. Un’ulteriore ascesa su questo fronte implicherebbe una maggiore vulnerabilità della divisa nipponica sull’FX-market a guardare i suoi recenti movimenti. L’euro-yen si è mosso in modo confuso, confermando la sua forza però d’inversione verso l’alto. I supporti ora sono a 121,89 dove passa la media mobile a 100-giorni e la resistenza giace sul livello psicologico di 130,00, con la media-mobile a 200-giorni molto lontana.
Durante l’ottava a scuotere il mercato valutario globale sono state le dichiarazioni del premier cinese Wen Jiabao, dettosi preoccupato in materia di treasuries detenuti. “Abbiamo prestato un’enorme quantità di denaro agli Stati Uniti; io richiedo che gli USA mantengano un buon standard creditizio, al fine di onorare le loro promesse e garantire la sicurezza degli assets cinesi”, ha detto Wen Jiabao. Si tratta di dichiarazioni cardine per tutti i mercati finanziari intesi a vasto raggio.
Graficamente la divisa americana resta per ora appetibile secondo i trends di medio-lungo termine, sebbene essa stia stentando ormai da diverse settimane. Geithner, il ministro del Tesoro USA, farà di tutto per mantenere il valore del dollaro stabile sul mercato finanziario, calmierando le fluttuazioni dei treasuries . Scardinate le mini resistenze a 1,2820-1,2830, l’euro-dollaro sta giocando con la media-mobile a 50-giorni caduta a 1,2949. Si tratta del primo punto tecnico di guardia sull’upside, dopo il quale il cross potrebbe sfociare in alto fino in area 1,3045-1,3056, dove passa un punto importante di Fibonacci e la media-mobile a 100-giorni. Sul downside i supporti giacciono a 1,2500-1,2520 e poi a 1,2331. In materia di euro-sterlina, il cross ha intra-week disegnato un top a 0,9300, per poi ridiscendere a 0,9180 a seguito delle prese di profitto. L’euro-sterlina resta graficamente rialzista, ma se anche la BCE dovesse procedere ad espandere la sua base monetaria alla stessa stregua della Bank of England allora bisognerebbe risposare la neutralità. I supporti giacciono a 0,9022 e le resistenze a 0,9300-0,9310.

Settimana positiva anche  per il comparto delle commodities complice il ritorno dell’ ottimismo sulle piazze mondiali non risentendo affatto delle parole del DG dell’ FMI Strass Kahn che ha dichiarato che nel 2009 la crescita del PIL mondiale, per la prima volta dal 1945, sarà sotto lo zero e non ci saranno segnali di ripresa se non a partire dal 2010 . I maggiori rialzi della settimana hanno interessato il mais  (+8,89%), il cotone (+6,38%) e caffè (+8,98%) mentre in lettera troviamo il petrolio WTI (- 5,33%), l’ olio da riscaldamento (-4,27%) ed infine il nichel (-2,67%). Ancora una volta dobbiamo segnalare una settimana poco mossa per i metalli preziosi dove sia l’ oro che l’ argento hanno registrato performance positive vicine al punto percentuale.

                             

                         MARKET MOVER DELLA SETTIMANA
 
Per quanto riguarda la settimana macroeconomica europea  dobbiamo segnalare pochi appuntamenti degni di nota tra i quali Martedì 17 l’ indice Zew tedesco ( sentiment e situazione corrente), Giovedì 19 la produzione industriale m/m ed infine Venerdi 20 il tasso di disoccupazione per quanto riguarda il nostro paese.
Spostandoci Oltreoceano sarà una settimana ricca di dati macroeconomici dove dobbiamo segnalare Lunedi’ 16 il dato di febbraio dell’indice Empire, che monitora l’andamento delle attivita’ manifatturiere nel distretto economico di New York, e con la performance sempre di febbraio della produzione industriale, Martedi’ sara’ il turno dei nuovi cantieri e dei prezzi alla produzione, entrambi relativi a febbraio, Mercoledi’ invece giornata clou con il dato sui prezzi al consumo di febbraio, sulle richieste settimanali di mutui, sul deficit delle partite correnti e con la decisione di politica monetaria della Fed ed infine Giovedi’ gran finale con l’indice delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, l’indice della Fed di Philadelphia e con il superindice di febbraio.
 Per quanto riguarda il quadro macroeconomico nipponico dobbiamo segnalare pochi appuntamenti degni nota tra i quali spiccano martedì 17 la pubblicazione dell’indice del settore terziario ed infine Giovedì 19 la pubblicazione dell’ indice di attività composito m/m.

Per suggerimenti e chiarimenti scrivete a [email protected]

 

16/03/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno