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MODA Italia, oltre 30 miliardi di ricavi per le Top 15

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Le società italiane della moda (beni di lusso per la persona) sono molto più piccole delle francesi, ma parimenti dinamiche e meno concentrate. Sono meno redditizie, ma molto più ricche di liquidità e dal basso indebitamento.
E per questo sono esposte a possibili forti interessi dall’estero, con gruppi particolarmente appetibili, a partire da Armani che ha una liquidità superiore ai 600 milioni.

Secondo il rapporto sul sistema di R&S Mediobanca, la liquidità dei primi 15 marchi italiani è salita del 26% a 5,5, miliardi tra 2011 e 2015, mentre i debiti sono solo il 21% del patrimonio.  
Tra le Top15Moda, che nel 2015 hanno generato un giro d’affari per 30,3 miliardi di euro (+8,9% sul 2014 e +30,1% sul 2011), l’incremento più sostenuto è stato quello di Valentino (+102%), seguito da Moncler (+71,5%), Calzedonia (+55,8%) e Armani (+46,9%).
In frenata i ricavi della sola Benetton (-25,8%).
Il fatturato nel 2015 di Luxottica, di gran lunga la maggiore fra i gruppi del Top15Moda, si è attestato a 8.837 milioni, davanti a Prada (3.548 milioni), Armani (2.650 milioni) e Calzedonia (2.018 milioni); le altre aziende restano sotto i 2 miliardi.
 
Ampliando il raggio d’azione a tutta Italia, le aziende italiane della moda hanno visto crescere nel 2015 i ricavi del 9,4% sul 2014 e del 28,4% sul 2011, detenendo una buona la solidità finanziaria (debiti pari al 31,8% dei mezzi propri). Per quanto riguarda la redditivita operativa (9%), pur rimanendo positiva, è in leggera contrazione. La pelletteria è non solo il comparto con il peso maggiore (73 miliardi di euro, di cui 43 miliardi le borse e 16 miliardi le calzature), ma anche il più dinamico (+15%). Seguono l’abbigliamento (60 miliardi di euro, +13%),  la gioielleria e orologeria (58 miliardi di euro, +10%) e la cosmesi-profumeria (50 miliardi di euro, +13%).
 
Ampliando ancora lo sguardo a livello mondiale, complessivamente nel 2015 il giro d’affari della moda è cresciuto, rispetto all’anno precedente, del 12%, attestandosi a 251 miliardi di euro, con le Americhe che hanno tolto all’Europa il titolo di principale mercato mondiale. 
 

  

22/02/2017 | Categorie: Imprese e Pir Firma: Redazione