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Elezioni Uk, gli impatti sui BOND

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C’è suspance nel mondo economico-finanziario per le elezioni legislative anticipate, in corso oggi in Inghilterra. Si tratta del terzo grande appuntamento elettorale in Europa nel 2017 dopo il terremoto causato il 23 giugno 2016 dal referendum sulla Brexit. 

La sfida è tra i conservatori del premier Theresa May e i laburisti di Jeremy Corbyn. Il vincitore avrà un compito molto importante, visto che la posizione del nuovo governo sulla Brexit sarà decisiva per l’esito dei negoziati con Bruxelles per l’uscita del Regno Unito dall’Ue. 

In questo contesto, in Gran Bretagna gli interessi sul credito sono ai minimi storici. Quali gli impatti sul mondo obbligazionario.  A fornire le risposte è Andrew Belshaw, head of investment management London di Western Asset (gruppo Legg Mason).
 
Secondo lei,  i titoli governativi britannici saranno influenzati dalle elezioni, nel lungo termine?
Ai mercati non piacciono le incertezze. Le conseguenze della Brexit rimarranno un’incognita a lungo, dal momento che la Gran Bretagna ha a disposizione due anni per negoziare l’uscita con l’Unione europea. Le aspettative di un rialzo dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra sono state comprensibilmente posticipate, perché il mercato in questo momento è più concentrato sulla politica monetaria invece che sull’outlook fiscale. Il grande deficit creditizio della Gran Bretagna e l’invecchiamento demografico ci suggeriscono che i premi al rischio sui Gilts dovrebbero essere più elevati. Perciò preferiamo mantenere in portafoglio obbligazioni governative europee, svedesi e dei settori del credito piuttosto delle obbligazioni britanniche.
 
Dove si possono trovare opportunità d’investimento con rendimenti dei bond così bassi, con riferimento a una strategia globale e attiva come quella di Western?
All’interno del debito denominato in sterline, nonostante gli spread sul mercato del credito siano contratti, è possibile trovare ancora valore nelle obbligazioni cartolarizzate di imprese inglesi (Asset backed securities, o Abs). I solidi flussi di cassa e la natura stabile di molte di queste società fanno sì che l’investitore sia ben remunerato grazie al livello di rendimento superiore rispetto ai Gilt. Al di fuori dalla Gran Bretagna, vi sono opportunità di investimento anche nei titoli sovrani di Italia, India e Messico.
 
Ai mercati sembra non interessare il rapporto debito/Pil.  Quali criteri di selezione tenete in considerazione rispetto al mercato obbligazionario britannico?
I mercati sono stati influenzati dalla politica accomodante della banca centrale, attraverso tassi d’interesse ai minimi storici e quantitative easing. Nel momento in cui le banche centrali iniziano il processo di normalizzazione, le dinamiche del debito diventano sempre più importanti. Stiamo analizzando i dati monetari per avere un quadro completo della situazione economica. Quando analizziamo il rapporto debito/Pil, non consideriamo soltanto il debito governativo, ma soprattutto quello societario e privato. Il debito totale della Gran Bretagna è pari a oltre il 450% e supera di gran lunga quello di altri Paesi sviluppati. Questa è una delle ragioni principali per la quale è bene non avere in portafoglio Gilts.
 
Come si comporterà la sterlina prima e dopo le elezioni?
Non appena cominceranno ad arrivare i primi risultati, ci aspettiamo una certa volatilità sulla sterlina. Una maggioranza del partito conservatore, o perfino una situazione di hung parliament (dove nessun partito ha la maggioranza assoluta) dovrebbe provocare una svalutazione della sterlina, poiché a quel punto i negoziati sulla Brexit sarebbero più incerti. Nel medio-lungo termine pensiamo che il tasso di cambio reale effettivo della sterlina sarà intorno a 1.50-1.60 e siamo favorevoli ad un sovrappeso sulla valuta.
 
Quali rischi possono esserci per gli asset britannici in ottica Brexit e come possono proteggersi gli investitori?
Un risultato dubbio delle elezioni di oggi, giovedì 8 giugno, potrebbe ostacolare gli sforzi per un’uscita chiara e decisa della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Ulteriore incertezza, durante la fase di negoziati potrebbe spingere le aziende a trasferire le proprie risorse fuori dalla Gran Bretagna per proteggersi dalla prospettiva di una hard Brexit. Questo, unito ai tentativi dell’Europa di riaffermarsi come centro economico, potrebbe innescare un periodo di grande volatilità per gli asset della Gran Bretagna. C’è la possibilità che si verifichi un underperformance, poiché la diminuzione del potere d’acquisto significa prezzi delle case più bassi e stagnazione della crescita. Diversificare, sia a livello internazionale che nazionale, è importante,  investendo in maniera attiva per andare a selezionare aziende e paesi dal bilancio solido.
 

  

07/06/2017 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione