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BIOTECH, settore dalle ampie opportunità

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Dopo un periodo di notevole volatilità legato all’incertezza della campagna presidenziale Usa il settore biotech sta registrando segnali incoraggianti. L’elezione di Donald Trump ha portato una ventata di ottimismo sui titoli biotech, in quanto gli investitori ritengono che presidente e Congresso repubblicano difficilmente interverranno legislativamente sul prezzo dei medicinali. Nei primi giorni della presidenza, Trump ha puntato ad abrogare e sostituire Obamacare. Ma sebbene le conseguenze di questa decisione siano ancora in discussione, vi è la certezza che qualsiasi impatto sulle aziende biotecnologiche sarà molto limitato. Per contro, l’aver sottolineato l’importanza dell’innovazione e della riduzione degli ostacoli normativi è senz’altro favorevole all’industria.

 
Qualche dato. Nel 2017 (dati al 31 maggio) il settore healthcare (indice MSCI World Healthcare +12,9%) ha superato la performance dell’indice generale di Borsa (MSCI World Index +11,0%). I titoli biotech hanno messo a segno forti rialzi nel primo trimestre, per poi consolidare parte dei guadagni, con il Nasdaq Biotechnology Index (NBI) in rialzo del 7,9% nei primi 5 mesi dell’anno.
 
L’Indice MSCI World Biotech, sempre a fine maggio, trattava ad un multiplo di 14x gli utili attesi, al di sotto dei multipli di MSCI Pharma e MSCI World (16x e 17x, rispettivamente), nonostante i tassi di crescita di lungo termine degli utili per azione della biotecnologia siano ben più elevati( +15%, rispetto al +7% e al +12% rispettivamente per pharma e world). Guardando alle valutazioni di tutti i titoli del settore (ed includendo quindi anche quelli che ancora non producono utili), il rapporto prezzo/vendite attese è risalito a 5,7x, comunque ancora poco al di sopra dei minimi di 4x-5x degli ultimi anni.
 
Il settore biotecnologico sembra, quindi, ben posizionato per continuare la strada della ripresa. Il dissolversi di timori legati a possibili interventi legislativi sui prezzi dei farmaci ha consentito di tornare a guardare ai fondamentali dei titoli biotech, che rimangono ottimi. Valutazioni attraenti (scese dai livelli probabilmente troppo ottimisti della prima metà 2015) solide prospettive di crescita di fatturato ed utili sono i fattori che supportano previsioni di buone perfomance future dei titoli biotech. Alimentate dall’innovazione e da un ambiente regolamentare favorevole.
 
La forte produttività della ricerca e sviluppo (R&S), che sostiene una pipeline di nuovi prodotti e farmaci innovativi in grado di “fare la differenza” nei risultati sia per i pazienti sia per il sistema sanitario, ha portato progressi in diversi settori. I più recenti sono stati realizzati nel campo dell’oncologia e della individuazione di trattamenti per malattie rare (orphan diseases).
 
L’innovazione quindi tema centrale per gli investitori in biotecnologie. Trattamenti innovativi ad elevato valore aggiunto godono di percorsi di sviluppo ed autorizzazione relativamente rapidi, beneficiando di una lunga protezione del brevetto. I costi delle infrastrutture di vendita e di marketing per farmaci specialistici – quali i biotech – sono molto inferiori a quelli necessari per distribuire farmaci con mercati più ampi, come quelli prescritti dai medici generici. I trattamenti innovativi godono, tra l’altro, di un maggior pricing power rispetto ai farmaci con una limitata differenziazione clinica. Infine, la penetrazione commerciale di farmaci innovativi ed a elevato valore aggiunto può essere molto rapida. La combinazione di pricing power, minori SG&A (spese generali, amministrative e commerciali) e la rapida diffusione di tali prodotti porta ad elevati e durevoli margini operativi per le aziende biotecnologiche che li introducono sul mercato.
 
Anche l’attività di M&A dovrebbe continuare a essere un driver importante nel settore biotech, poiché le grandi società biopharma, con elevata liquidità, utilizzano le acquisizioni di aziende biotech smid-cap per aumentare e rinnovare la propria pipeline di prodotti.
 
Per quanto riguarda i prezzi, questo rimarrà, negli Stati Uniti, un tema per gli investitori in healthcare, seppur non così dominante come sarebbe stato sotto un governo democratico. Indipendentemente dalla politica di Washington, l’andamento dei rimborsi per spese sanitarie sta sempre più incorporando dinamiche di mercato, con i farmaci-copia o quelli con una differenziazione limitata rispetto a cure esistenti soggetti ad una pressione significativa sui prezzi. Al contrario, le aziende biotecnologiche che sviluppano farmaci altamente innovativi e “life-changing” (realmente in grado di “cambiare la vita” del paziente) sono certamente immuni alla pressione sui prezzi.
 
In Sectoral puntiamo a cogliere gli elevati potenziali di rendimento di aziende biotech innovative attraverso il nostro fondo Sectoral Biotech Opportunities che (al 15 giugno) ha registrato una performance lorda dal lancio del 16,4% rispetto al 6,5% del Nasdaq Biotech Index.
a cura di Mina Marmor, Ph.D., CFA, portfolio manager, Sectoral Asset Management

 

  

30/06/2017 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione