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Il buy back, quando è corretto utilizzarlo

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Il codice civile (art.2357) e il Testo Unico della Finanza (art.132 del TUIF) disciplinano l’operazione stabilendo l’organo che deve deliberare, la fonte finanziaria da utilizzare e i limiti limiti di quantità , prezzo che l’operazione deve avere. Le azioni possono essere acquistate con utili e riserve risultati dall’ultimo bilancio approvato.

Le operazioni devono essere autorizzate dall’assemblea dei soci; la % massima di azioni che è possibile acquistare non deve superare il 10% del capitale sociale, l’assemblea stabilisce il prezzo massimo e minimo degli acquisti e il tempo di durata del buy back ( comunque non superiore ai 18 mesi), se la società è quotata, il riacquisto deve avvenire tramite un’OPA o sul mercato secondario; in questa seconda ipotesi le modalità operative devono essere concordate con l’autorità che gestisce la borsa.  

 
Le motivazioni che fanno decidere per l’acquisto di azioni proprie sono molteplici, se ne possono indicare alcune: il ritiro , totale o parziale, di alcune categorie di azioni (di risparmio o privilegiate), la predisposizione di un portafoglio di azioni proprie da scambiare per realizzare alleanze o piani di stock options a favore di dipendenti, per influire sul prezzo di mercato ritenuto basso o per consentire ai soci di realizzare guadagni in conto capitale. 
 
Il mercato all’annuncio dell’operazione reagisce aumentando i volumi di scambio e spingendo il prezzo del titolo verso l’alto, tuttavia l’effetto tede ad esaurirsi in un tempo breve ed è seguito da una inversione nel segno della dinamica delle quotazioni. In generale, il buy back non segnala un reale mutamento delle prospettive di reddito dell’impresa e la variazione iniziale dei prezzi è frutto della emotività del mercato.

Esistono differenti vie attraverso le quali una società può remunerare i propri azionisti: le più comuni sono la distribuzione dei dividendi e l’apprezzamento dei titoli. Tuttavia vi è un’altra strada, meno eclatante, ma che diviene sempre più battuta ed è particolarmente apprezzata, soprattutto dai piccoli azionisti: il buyback (o “riacquisto di azioni proprie”). 

 
Il buyback è il riacquisto da parte della società che le ha emesse delle proprie azioni, con lo scopo di ridurre il numero di titoli sul mercato. Il buyback può quindi essere visto come la decisione della società di ridurre il flottante sul mercato: dal momento che una compagnia non può essere “azionista di se stessa”, i titoli riacquistati vengono assorbiti, cancellandoli. È evidente che quando questo avviene il valore delle azioni circolanti si incrementa, poiché essendocene meno sul mercato, ogni titolo dà il diritto al possesso di un pezzetto più grande dell’azienda e con esso il diritto ad una fetta maggiore di profitto. 
 
Tecnicamente i buyback vengono realizzati in due modi.
Offerta diretta (tender offer, secondo la terminologia anglosassone). La società si rivolge direttamente ai propri azionisti offrendosi di ricomprare un numero stabilito di azioni ad una forchetta di prezzo fissata ed entro un determinato intervallo temporale.
Acquisto sul mercato. In questo caso l’azienda opera esattamente come farebbe un qualsiasi investitore acquistando i titoli sul mercato al prezzo creato via via dalle dinamiche della domanda e dell’offerta. Questa è una pratica meno frequente perché economicamente più svantaggiosa per la società: appena si diffonde la notizia del buyback in corso il prezzo dei titoli tende a salire.
 
A parità di importo, in teoria, per l’investitore dovrebbe essere indifferente una remunerazione in termini di maggiori dividendi o di apprezzamento dei titoli. Nella realtà, tuttavia, c’è una differenza fondamentale da un punto di vista fiscale. In molte legislazione i dividendi e le rendite da plusvalenza sono tassate in maniera differente, quindi i risparmiatori potrebbero avere una preferenza per una forma di profitto rispetto ad un’altra. 
 
Inoltre il buyback è in alcuni casi un segnale molto positivo per il mercato. Potrebbe significare che gli amministratori, che hanno una visione dall’interno dell’andamento dell’impresa, ritengono sottovalutate le azioni sul mercato. Spesso quindi l’annuncio di un programma di riacquisto azioni ha effetto di volano sulle quotazioni dei titoli.
 

  

08/06/2011 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Vincenzo Polimeno