Si è aperto un nuovo anno, "ricco di opportunità" che impongono un allargamento dei confini, non solo geografici, dell’asset allocation e anche una buona dose di perseveranza.
IL 2010: Con una premessa: è personalmente "molto soddisfatto" anche dell’anno appena concluso, che ha portato un aumento del 30% del fatturato e del 10% delle masse per Db Private Wealth Management. Nel 2010 "gli investitori premiati sono stati coloro che hanno diversificato maggiormente il patrimonio", mentre il ‘fai da tè focalizzato su pochi titoli, magari sul mercato italiano o su titoli di Stato anche di altri paesi, "ha riservato parecchie brutte sorprese".
IL 2011: Tendenzialmente in ripresa, senza grossi problemi per l’economia, il 2011 si presenta come "un periodo di grossissime opportunità. Il risparmiatore deve uscire dalla mentalità tipicamente italiana del “mordi e fuggi”. È inutile pianificare strategie di medio-lungo periodo e poi cambiare idee tre volte la settimana, se non tre volte al giorno. Bisogna imparare ad allungare l’orizzonte temporale. Sicuramente questo andrebbe a ridurre i rischi”. Il consiglio è fare un’analisi di quello di quello che ci si aspetta e "restare coerenti con la propria strategia". Gli spunti per gli investimenti vengono dall’osservazione dello scenario economico. Da un lato i Paesi emergenti già abbondantemente “emersi” nella ripresa e su molte altre cose, dall’altro Europa, Usa e anche Giappone, dove la crescita è anemica. "Questi sono i temi da giocare: i Paesi emergenti contro i Paesi sviluppati, le valute emergenti contro il dollaro o contro l’euro o l’azionario euro e Usa da giocare con le aziende che hanno fatturati per oltre il 50% all’export in Cina e India. Sicuramente è il tema del 2011 su cui bisogna costruire i portafoglio".
STRUMENTI DI INVESTIMENTO: Per cercare strumenti di investimento alternativi ai soliti titoli, il suggerimento è prendere in considerazione i fondi hedge, ora trascurati, soprattutto quelli con strategie long-short equity, attraverso eventualmente uno strumento nuovo, gli Uciit 3, per chi ha meno soldi da investire. "Per gli hedge servono 500 mila euro, per gli Uciit 3 bastano anche 3.500-5.000 euro", osserva un gestore. Per chi ha disponibilità di capitali, sono un’opportunità anche gli investimenti in private equity, settore ancora sottovalutato in Italia. Però – sottolinea il manager – "con obiettivi particolari, tipo l’immobiliare, per percorrere il real estate americano o globale, ad esempio gli immobili che sono nei bilanci delle grandi banche Usa, venduti a prezzi di realizzo". Oppure l’energia dove ci sono fondi di private equity che investono e "sono molto positivi. Ovviamente vanno giocati nel lungo periodo, ma secondo me daranno grande soddisfazione".
LE OPERE D’ARTE: L’arte può essere un altro argomento di investimento valido, però bisogna farsi consigliare da esperti: "di opere ce ne sono tantissime, ma quelle che avranno buone rivalutazioni sono poche". Restando sui mercati più tradizionali, si consiglia di fare attenzione alle obbligazioni, che con il rialzo dei tassi atteso a fine 2011, implicano un ‘pericolò al ribasso dei corsi. C’è moderato ottimismo sulla componente azionaria: "Ci aspettiamo un 8-10% di crescita a livello mondiale. Soprattutto, stando attenti alle società con alto dividendo, magari tedesche e dei Paesi emergenti".
I METALLI PREZIOSI: Per l’oro e i metalli preziosi l’annata si prospetta favorevole, in particolare per palladio, platino e argento. Quanto all’oro: "chi lo ha già se lo tenga, gli altri aspettino qualche correzione per entrare".
GLI ERRORI DEL PASSATO: Restringendo il campo all’Europa e all’Italia, cosa riserverà il 2011 per i risparmiatori? "Si impara dagli errori del passato. Nel caso Lehman, in principio era giusto pensare di farla fallire, ma la perdita di fiducia nel sistema è stata devastante. Oggi ci sono alcuni Stati in difficoltà. Cosa sarebbe giusto fare e cosa sarà fatto sono cose diverse. Sono d’accordo con la Merkel quando dice che i possessori di obbligazioni dovrebbero iniziare a pagare almeno parte del prezzo del rischio che stanno correndo. Forse però non è il momento. A mio parere si farà di tutto per evitare crisi sistemiche in un mercato che ancora non si è ripreso completamente. Si procederà con interventi mirati per mantenere il più possibile un clima tendenzialmente sereno, con una certa volatilità".
L’ITALIA: Sul fronte domestico, "il percorso economico dell’Italia è segnato: contenimento del deficit e controllo della spesa. Non penso che nuove elezioni o un po’ di instabilità, a cui tra le altre cose siamo abbastanza abituati, è un po’ nel nostro Dna, possa avere influenza sull’anno che verrà. Le linee guida sono state già tracciate". La Penisola però potrebbe prendere qualche saggio spunto dalla “locomotiva” Germania: "Dovrebbe prendere a maggior riferimento il sistema di marketing globale del Governo tedesco. Oggi per vendere nel mondo, per avere grosse commesse sono necessari apparati governativi efficienti, che aiutino le imprese ad andare ad esportare. Noi in questo senso non siamo ancora completamente pronti".
LA PREVIDENZA: Last but not least: 1 gennaio 2011, nuove norme sulle pensioni. "In un momento, diciamolo francamente, di scarsità di soldi pubblici, non si può fare affidamento sullo Stato in modo totale per il proprio futuro previdenziale. In questo caso bisogna passare al "fai da te", come avviene nei paesi anglo-sassoni. Volenti o nolenti è il tipo di mentalità verso cui dobbiamo spostarci. I fondi pensione devono entrare sempre di più nella mentalità comune: diversificano, sono convenienti fiscalmente e aiutano a risparmiare". Senza dimenticare – seguendo sempre il modello anglo-sassone – che è saggio programmare finanziariamente anche le spese sanitarie e pure quelle per l’istruzione dei figli, che in un mondo globale diventa sempre più lunga ed onerosa.