Ecco i primi risultati del vertice dell’Eurogruppo in agenda oggi. Ogni Paese membro dell’Eurozona dovrà preparare uno scenario in vista dell’eventuale uscita della Grecia dall’euro. Lo hanno indicato, nel corso di una teleconferenza, i tecnici dell’Ewg, il gruppo di lavoro dell’Eurogruppo. Si tratta, in pratica, degli "sherpa" che preparano le riunioni dei ministri delle Finanze europei. "Il gruppo – spiega uno dei tecnici – ha concordato che ciascun paese dell’Eurozona prepari un piano di emergenza, individualmente, per capire le potenziali conseguenze di una fuoriuscita della Grecia".
Il focus dei tecnici sulla Grecia giunge a poche ore da un Consiglio straordinario Ue che avrà sul tavolo altri temi particolarmente sensibili: un Fiscal Compact da integrare con la crescita; la ricapitalizzazione della Banca Europea per gli Investimenti (Bei); il Golden Rule, ovvero l’ipotesi di scorporare dal calcolo del deficit le spese destinate agli investimenti produttivi, su cui tanto preme il presidente del Consiglio Mario Monti; la possibilità di emettere Project Bond, titoli obbligazionari mirati al rilancio delle grandi opere pubbliche ridando slancio all’economia; infine, gli Eurobond, così avversati da Berlino, obbligazioni sul debito pubblico dei Paesi dell’eurozona, la cui solvibilità sia garantita congiuntamente dagli stessi Paesi di Eurolandia.
Tornando al "pericolo greco", all’invito dei tecnici Ue si somma il nuovo monito di Christine Lagarde: attenti ai rischi di "contaminazione" se la Grecia decidesse di uscire dall’euro. Alla Bbc, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) spiega: "C’è il rischio di contaminazione da un membro isolato agli altri membri della zona, che vogliono rimanerci e che fanno tutto quello che devono fare". Per questo, Lagarde ipotizza un aumento degli aiuti alla Grecia da parte degli altri paesi dell’Eurozona proprio per evitare un’uscita di Atene dall’euro.
Mentre gli sherpa lavorano, ormai neanche più nell’ombra, in apparente contraddizione i leader comunitari continuano a ribadire di volere la Grecia nell’Eurozona, ma solo attraverso il rispetto da parte di Atene del piano di rientro e stabilizzazione finanziaria concordato con Ue, Bce e Fmi.
E’ quanto ha espresso il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, al premier greco ad interim, Panagiotis Pikrammenos. "Ho ribadito la forte volontà della Commissione affinché la Grecia resti un membro dell’Eurozona e che continueremo a fare tutto quanto in nostro potere perché questo avvenga" ha dichiarato Barroso al termine del faccia a faccia, rimarcando "l’importanza che la Grecia mantenga i suoi impegni". "Vorrei – ha concluso il presidente della Commissione – che ci fosse un modo più semplice per uscire dalla crisi che la Grecia si trova ad affrontare. Il fatto è che il modo meno difficile è la piena attuazione del secondo programma concordato tra il Paese e i suoi partner internazionali".
Il portavoce della Commissione, Olivier Bailly, ha poi sottolineato
che a Bruxelles non c’è "per ora" alcuna intenzione di "esplorare scenari alternativi" al rispetto degli impegni assunti dalla Grecia nei riguardi della Trojka. Bailly lo ha ribadito a poche ore dall’inizio del vertice Ue informale, in cui oltre che di crescita si parlerà anche della situazione di Atene e Madrid. "Vogliamo che la Grecia resti nell’Eurozona e vogliamo che il popolo greco resti nell’Eurozona", ha affermato il portavoce Ue, ricordando che "se Atene rispetterà i suoi impegni anche gli altri stati membri dovranno farlo".
Per questo Bruxelles, che pure "rispetta il processo democratico" in corso in Grecia e "non fa commenti" in vista delle nuove elezioni del 17 giugno, ha espresso una "forte preferenza" perché dalle consultazioni elettorali emerga una "coalizione che metta in atto il memorandum d’intesa" per il secondo piano di aiuti e risanamento firmato dal precedente governo di Atene con la Trojka.
Particolarmente ferma nella richiesta del rispetto del piano per Atene è la Germania. Dove la Bundesbank ha oggi ribadito l’ottimismo tedesco per la tenuta dell’Eurozona anche in caso di fuoriuscita della Grecia. Nel suo rapporto mensile, la banca centrale afferma che, sebbene la situazione di Atene sia "estremamente preoccupante", le sfide che l’area euro dovrà affrontare saranno "significative" ma "controllabili", a patto che ci sia un’attenta gestione della crisi. Nel rapporto, la Bundesbank aggiunge che il pericolo su una mancata attuazione dell’austerity da parte di Atene è reale, motivo per cui aiuti futuri potrebbero essere a rischio.
L’uomo nuovo sullo scenario è il presidente francese Francois Hollande, di certo meno incline del predecessore Sarkozy ad appiattirsi sulla rigida posizione tedesca. "Farò tutto il possibile" per fare in modo che la Grecia resti nella zona euro, le sue parole nel corso di una conferenza stampa congiunta a Parigi con il premier spagnolo Mariano Rajoy.
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