Dopo una contrazione economica così forte era praticamente inevitabile avere una successiva fase di rallentamento seguita da un’altra di stabilità/recupero.
Dopo i numeri negativi sull’andamento del Prodotto interno lordo dei trimestri compresi tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 praticamente per tutte le economie avanzate, le attese del mercato sull’andamento del Pil dei principali Paesi nel terzo trimestre sono indirizzate verso un ritorno alla crescita (che in alcuni Paesi come Giappone, Francia e Germania, è già emersa nel Q2) anche se a ritmi molto blandi. In realtà, il Regno Unito ha riservato una amara delusione: nel Q3 il Pil è sceso dello 0,4% a fronte di un consenso di mercato del +0,2%, registrando così il sesto trimestre consecutivo di calo.
Permane tuttavia un maggiore ottimismo per gli Stati Uniti, il cui dato sarà pubblicato la prossima settimana: le stime indicano una crescita superiore al 3,0% annualizzato.
La fase di recupero economico è determinata in primo luogo dalla ricostituzione delle scorte: siamo in un fase in cui si trae giovamento dalle politiche espansive dei governi attuate in alcuni casi anche attraverso lo stimolo diretto della domanda (vedi gli incentivi per il comparto dell’auto)…
Il quadro più probabile per i prossimi mesi resta quindi quello di una ripresa lenta e contenuta, in cui per alcuni trimestri si crescerà al di sotto della soglia di crescita potenziale; la situazione resta comunque molto fragile e non è assolutamente scongiurato il rischio che a qualche trimestre di crescita relativamente più sostenuta possa far seguito una nuova fase di rallentamento.
I fattori che potrebbero inceppare il meccanismo “virtuoso” sono le quotazioni del petrolio, l’eventuale mancata tenuta dei consumi che potrebbe portare ad una rinnovata necessità di un mercato “assistito” (vedi l’ipotesi di prolungare la durata degli incentivi alla rottamazione del comparto auto), un mercato del lavoro ed un mercato immobiliare ancora in calo…
Sul mercato interbancario, non vi è stata alcuna modifica: tassi fermi su tutte le scadenze.
Sul mercato dei cambi, la settimana si è caratterizzata per il recupero delle valute minori (corona norvegese e svedese, e dollaro neozelandese) con contestuale debolezza del dollaro e dello yen. La sterlina subisce il dato del Pil del terzo trimestre perdendo parte dei guadagno acquisiti sulel attese di un dato positivo.
Il cross Eur/Usd continua a posizionarsi lungo la trendline rialzista con forte resistenza rappresentata dalla soglia psicologica collocata a 1,50 punti. L’appetito per il rischio continua a condizionare i movimenti valutari, con il biglietto verde che resta la divisa di riferimento in termini di finanziamento per le operazioni di carry trade. In settimana sono stati toccati nuovi massimi sopra 1,50 punti, ma si attendono nuove conferme, con un superamento più deciso di questa area.
Per quanto riguarda il cross Eur/Yen, il deprezzamento della divisa giapponese ha spinto l’indice verso la parte alta del canale di medio periodo non molto distante dalla resistenza collocata in area 139 a ridosso dei 138 punti. Siamo al quarto movimento rialzista dal marzo scorso quando l’indice è entrato in una fase di trading range laterale circoscritta tra 127 e 139. Lo yen si deprezza anche contro dollaro riportandosi sopra i 91,50 punti dopo aver segnato i minimi in area 88 punti ad inizio mese (i minimi del 1995 si trovano a 85 punti).
Brusca inversione di marcia per la sterlina dopo il dato del Pil del terzo trimestre: il cross Eur/Gbp si è riportato in prossimità di area 0,9150 punti dopo che aveva consolidato sul supporto collocato in area a 0,90 punti, che rappresenta il livelli dei rimbalzi tecnici di febbraio e di aprile del movimento ribassista avvenuto nel corso del 2009.
(Fonti: Reuters ; Bloomberg; BNL gruppo BNP Paribas)
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