Il prezioso cambio di rotta cinese
La Cina cambia marcia o, per meglio dire, rotta e punta a diventare carbon free entro il 2060. Una svolta green che le sta facendo scalare rapidamente posizioni anche nella finanza sostenibile. Lo spirito competitivo di Pechino può così innescare una sana sfida tra i Paesi sugli investimenti Esg di cui beneficerà senza alcun dubbio il nostro pianeta.
L’exploit di prestiti e obbligazioni
Ma andiamo con ordine. La Cina ha lanciato da almeno cinque anni la sua personale guerra all’inquinamento. Una battaglia molto dispendiosa, che richiede oltre 400 miliardi di investimenti all’anno. Tutto questo ha favorito l’exploit del 2020. Nella prima metà dell’anno in corso i prestiti verdi in Cina hanno superato gli 11 trilioni di yuan (1,7 trilioni di dollari), il massimo al mondo, e il suo stock di obbligazioni verdi è stato il secondo più alto al mondo con 1.2 trilioni di yuan.
Le linee guida della Banca centrale
Numeri così importanti si devono alla regia della Banca centrale cinese. L’istituto ha indicato delle linee guida che saranno prioritarie per procedere in tal senso: migliorare gli standard di finanza verde per sostenere l’obiettivo della neutralità del carbonio; considerare l’introduzione di requisiti obbligatori per gli istituti finanziari per divulgare informazioni relative all’ambiente; migliorare la capacità di analizzare e gestire il rischio ambientale e climatico; fornire agli investitori internazionali un accesso più semplice al mercato cinese della finanza verde.
Nuove chance per investire sull’Esg
Insomma, dall’ultimo obiettivo si evince la voglia di apertura dei mercati da parte di Pechino. Inoltre tutto questo servirà a creare nuovi servizi e prodotti finanziari green che promuovano la tutela dell’ambiente, la conservazione delle risorse idriche, l’efficienza energetica. Nuove possibilità di investimento Esg che i consulenti potranno valutare.