Viaggio alla scoperta degli istituti che guidano il mercato digitale nostrano
La prima intuizione la ebbe, nel 1991, Ennio Doris con la sim Programma Italia. Sei anni dopo diventò Banca Mediolanum e oggi è una delle quattro banche italiane digitali quotate. Le altre tre sono Fineco, Banca Generali e la recente “creatura” di Corrado Passera Illimity. Le non quotate, invece, sono WeBank, IWBank, CheBanca, Widiba, Hype ed Hello Bank. Tutte queste hanno conquistato ben 6 milioni di clienti, tra chi “smanetta” da app o sul pc. Lo riporta un’analisi del Corriere della Sera.
Così, se un tempo essere banca significava sostanzialmente una cosa sola, oggi i modelli di business che le tecnologie digitali consentono sono numerosissimi. E difficilmente confrontabili gli uni con gli altri. Pur con differenze importanti, le prime tre dedicano molte attenzioni alla gestione del denaro della propria clientela. Sui family bankers Mediolanum ha costruito la propria storia, mentre Fineco nasce come banca tecnologica, piattaforma online per operare a prezzi stracciati sui mercati di Borsa.
Banca Generali ha invece una matrice diversa. Unisce le attività di quella che fu Bsi, la banca della Svizzera italiana, con la tradizionale attenzione alla tutela del patrimonio che ha permesso alle Assicurazioni Generali, che controllano la maggioranza del capitale (51,17 per cento), di diventare uno dei grandi player europei nel campo delle polizze. Poi c’è Illimity, in piena fase di avviamento, che promette di essere una banca diversa in tutto. Un istituto per famiglie e soprattutto pmi, a cui Passera promette di dedicare attenzione anche sul fronte degli Unlikely to pay, che al tempo delle banche tradizionali si chiamavano Inadempienze probabili.
Queste procedono a passo spedito, producendo utili e dividendi (eccetto Illimity, appena partita). Tra le altre invece spiccano i progetti innovativi di HyPe (gruppo Sella) ed Hello Bank! (gruppo Bnp Paribas, che sono riusciti a proporre modelli interessanti. Come testimonia il fatto che in due abbiano praticamente metà della clientela italiana (oltre tre milioni di correntisti). Il digitale cresce, come aveva rilevato Abi. Un trend positivo, purché non conduca al semplice (e spesso deleterio) fai da te.