Dopo la peggiore crisi globale dal dopoguerra, l’Europa sta rivedendo i criteri patrimoniali del sistema bancario, aggiornando quelli fissati con gli accordi di "Basilea 1" e "Basiela 2". Nel dicembre scorso il Comitato di Basilea ha pubblicato per la consultazione una serie di proposte in materia di capitale e liquidità delle banche. I nuovi standard dovrebbero entrare in vigore alla fine del 2012 ma saranno introdotti con la necessaria gradualità e non prima che la ripresa economica sia consolidata, anche attraverso la previsione di disposizioni transitorie per un periodo sufficientemente lungo. E’ una tematica di importanza fondamentale non solo per il sistema creditizio, ma per l’intero sistema economico. Il complesso meccanismo di modifica dei coefficienti di capitale e di patrimonializzazione delle banche richiederà secondo il governatore della Banca D’Italia, Draghi, adeguamenti non trascurabili alle banche italiane.
A livello europeo, si stima che il sistema creditizio, per adeguarsi ai nuovi criteri, dovrà sostenere pesanti oneri in termini di ricapitalizzazione. Secondo il direttore generale di Bnp Paribas, Jean Laurent Bonnafè, gli obblighi previsti al 2012 in termini di rafforzamento di capitali costerebbero alle banche europee 400 miliardi di euro in fondi propri supplementari. Inoltre, sempre secondo Bonnafè occorre tenere conto del fatto che le banche dovranno emettere circa 1.500 miliardi di euro di debiti uleriori per sostenere i finanziamenti a lungo termine secondo il "net stable funding ratio" (meccanismo che dovrebbe evitare squilibri strutturali nella composizione per scadenze delle passività e attività di bilancio lungo l’orizzonte temporale di un anno). Se si considera che le emissioni dei paesi sovrani ammontano a 1’000 miliardi di euro, è evidente l’enormità della cifra. L’impatto che potrebbe avere Basilea 3 sarebbe quindi notevole, commisurabile a 6 punti di crescita: in altri termini se l’Europa attuasse tale scelta, si può andare incontro a 2 anni di forte recessione o in alternativa a 4 anni di crescita nulla.
Sempre secondo il direttore generale di Bnp Paribas è auspicabile che la riforma di Basilea 3 venga emendata al fine di regolare in maniera propria ogni tipo di attività in funzione del rischio che genera, senza penalizzare il finanziamento dell’economia europea, maggiormente dipendente dal credito bancario, di quanto non lo sia l’economia americana, dominata invece dal mercato. E’ altresì sorprendente che la crisi sia partita dagli Stati Uniti e solo l’Europa intende applicare una tale riforma.
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