DIMISSIONI. Lorenzo Bini Smaghi si è dimesso dal Comitato esecutivo della Banca centrale europea, aprendo la strada alla Francia perché ritrovi un posto nel board dell’ Istituto di Francoforte. Dopo l’ addio, il mese scorso, del presidente Jean-Claude Trichet, e l’ascesa alla cabina di comando dell’Eurototwer di Mario Draghi, la Francia aveva perso tutti i suoi rappresentanti.
BINI SMAGHI, il cui mandato scade ufficialmente nel maggio 2013, volerà ad Harvard, dove entrerà a far parte Centro per gli Affari Internazionali della stessa Università, a partire dal 1 gennaio 2012. Secondo quanto si apprende da una dichiarazione diffusa ieri dalla BCE, il presidente della Bce Mario Draghi ha ringraziato Bini Smaghi per il suo "contributo nel campo degli affari monetari ed economici, europei e internazionali, nel corso degli anni."
IL PREMIER SILVIO BERLUSCONI aveva intensificato la pressione sui Bini Smaghi perché lasciasse la poltrona, nel tentativo di disinnescare una lite, ed evitare di sollevare un gran polverone, con il presidente francese Nicolas Sarkozy, proprio sul posto occupato dal banchiere fiorentino. Sarkozy aveva appoggiato la candidatura di Mario Draghi quale capo della banca centrale, a condizione che Bini Smaghi decidesse di farsi da parte, lasciando la propria poltrona nel board della BCE.
IL MESE SCORSO, contro ogni previsione, il primo ministro italiano, ora in odore di dimissioni, Silvio Berlusconi, aveva deciso di nominare il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Ignazio Visco, per rimpiazzare Mario Draghi a Palazzo Koch, lasciando Bini Smaghi, fino all’ultimo candidato favorito, a bocca asciutta.
Al vertice dei leader dell’Unione europea del 27 ottobre, Sarkozy aveva invitato l’Italia ad onorare il suo impegno, garantendo le dimissioni di Bini Smaghi. Berlusconi, dal canto suo, aveva dichiarato, pohci giorni prima, di non voler trasformare il problema in un "casus belli" con la Francia, pur sottolineando di essere impotente: "Cosa posso fare, ucciderlo?", aveva detto Berlusconi a Bruxelles. Bini Smaghi, infatti non poteva essere costretto a interrompere il suo contratto in virtù dello status della BCE, che è organismo indipendente dai governi nazionali.
BINI SMAGHI lascia il suo posto a Francoforte mentre la crisi del debito sovrano stra travolgendo l’Italia, e rischia di risucchiare nella pericolosa spirale il cuore dell’ Eurozona, minacciando di infettare il settore bancario.
Le dimissioni di Bini Smaghi concludono una lunga situazione di stallo tra Roma e Parigi sulla composizione del consiglio e rappresentano anche l’ultimo cambio di leadership della banca. Il suo successore non sarà automaticamente francese – ma è improbabile che qualsiasi altro paese della zona euro oserà sfidare un candidato designato da Parigi. Tra i candidati Jean-Pierre Landau, vice governatore della Banque de France, Ambroise Fayolle, rappresentante della Francia presso il Fondo Monetario Internazionale, e Benoît Coeuré, vice-capo del Tesoro francese.