Si complica la situazione in Siria, o meglio nei Paesi occidentali che fino a poche ore fa sembravano sul piede di guerra: frena il Regno Unito, con uno storico "no" all’intervento da parte del Parlamento, frena Francoise Hollande e Barack Obama si ritrova da solo a reggere il cerino. L’umore dei mercati segue questo stallo politico: domina l’incertezza, con le materie prime che ritracciano ancora visto l’allontanarsi del conflitto e i listini azionari che cercano spunti dai dati macroeconomici in arrivo dopo la pausa estiva. "Il fatto che l’attacco alla Siria sia meno probabile è, ovviamente, positivo ", dice Andrew Sullivan di Kim Eng Securities, basata ad Hong Kong, a Bloomberg: "Ci sono così tanti dati macro in sospeso, al momento, che incombono sui mercati: un sacco di trader sono alla finestra in attesa di intervenire".
Le loro decisioni d’investimento potranno allora essere guidate dalle rilevazioni sull’andamento economico, che oggi riguardano soprattutto il tasso di disoccupazione e l’indice dei prezzi al consumo – sia per l’Italia che per il complesso dell’Eurozona -. Grande attenzione, inoltre, all’indice di fiducia economica del Vecchio Continente: è ormai qualche mese che si seguono piccoli segnali di ripresa, questa rilevazione potrebbe dare ulteriore impulso agli ottimisti. Hanno però deluso le attese i dati sulle vendite al dettaglio in Germania, che hanno registrato un inaspettato ribasso a luglio (-1,4% mensile) rispetto alla stima di consenso di una crescita dello 0,6 per cento.
In questo contesto, gli investitori restano in guarda e i mercati europei avviano le contrattazioni con piccole variazioni: Londra sale dello 0,2%, Francoforte e Parigi sono invariate. Piazza Affari, reduce da due chiusure come migliore della classe in Europa, ritraccia in apertura dello 0,3%. Scatta Telecom Italia, che beneficia della promozione da parte degli analisti di Bernstein al giudizio "outperform". In Italia, lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile a 252 punti base, per un rendimento del 4,35% del decennale italiano. I Bonos spagnoli rendono il 4,5% circa.
La Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso una giornata volatile, con l’indice Msci dell’area Asia-Pacifico che ha oscillato a lungo intorno alla pari. A Tokyo, dopo la partenza positiva il Nikkei ha lasciato sul terreno lo 0,5%. La produzione industriale nipponica, cresciuta sotto le attese al +3,2% mensile a luglio, non ha fatto brillare il comparto azionario. Il nervosismo del mercato per un possibile attacco militare alla Siria – poi scemato – ha inoltre continuato a far apprezzare lo yen, con un conseguente effetto ribassista sull’azionario. L’euro apre invece stabile sotto quota 1,33 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,3244 dollari (in linea con i valori dopo la chiusura di Wall Street di ieri) e a 129,95 yen. Il dollaro è scambiato a 98,15 yen.
Ieri sera, dopo la diffusione di dati che hanno mostrato il Pil degli Stati Uniti in netta ripresa nel secondo trimestre (+2,5%), Wall Street ha terminato le contrattazioni in rialzo, seppure lontano dai massimi di giornata: il Dow Jones è salito dello 0,1%, l’S&P 500 dello 0,2% e il Nasdaq dello 0,7%. Anche negli Stetes, come in Europa, si attende oggi una rilevazione – da Chicago – che confermi la ripresa: l’attività economica è attesa in espansione ad agosto.
Dopo la corsa di inizio settimana, l’allontanarsi di una escalation mediorientale spegne ancora la corsa delle materie prime, che già ieri avevano invertito tendenza. I prezzi del petrolio sono in calo sui mercati asiatici: i contratti sul light crude con consegna a ottobre cedono 1,16 dollari a 107,64 dollari al barile, mentre il Brent del mare del Nord perde 80 cents a 114,36 dollari al barile. Lieve ripresa, invece, per l’oro: il metallo prezioso con consegna immediata è scambiato a 1.409,74 dollari l’oncia a fronte dei 1.407 dollari di ieri.
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