Le Borse europee provano il rimbalzo in attesa di novità dagli Stati Uniti e spinte dall’ottimismo di Tokyo: il Giappone ha registrato il primo calo della produzione industriale da gennaio, ma la disoccupazione è scesa ai minimi da oltre 4 anni. A questo si aggiunge la decisione della banca centrale cinese che ha iniettato liquidità sui mercati monetari per la prima volta da febbraio scongiurando con 2,77 miliardi di dollari un’altra crisi di liquidità. I mercati, però guardano con grande attenzione alle tre giorni di riunione delle grandi banche centrali: oggi e domani si riunisce il Fomc, il comitato monetario della Federal Reserve, giovedì la Banca centrale europea. Gli istituti centrali non dovrebbero toccare il costo del denaro, ma gli addetti ai lavori si aspettano conferme sul fronte delle politiche monetarie espansive. Sempre per oggi, poi, è arrivo dagli Usa l’indice Case-Shiller sui prezzi delle case, mentre venerdì sarà la volta del rapporto sulla disoccupazione a luglio. Attesa anche la fiducia dei consumatori Usa, mentre quella dei tedeschi continua a migliorare. L’indice Gfk sale a 6,8 punti a luglio ed è previsto in rialzo a 7 punti ad agosto: "Il mercato del lavoro ha prospettive stabili e un’inflazione moderata ingenera ottimismo anche a luglio". Sale anche la fiducia nell’Eurozona.
Segnali positivi che si ripercuotono anche sul debito pubblico italiano. Dopo il successo dell’asta Bot di ieri, oggi il Tesoro ha collocato tutti i 3,75 miliardi di euro del nuovo Btp decennale marzo 2024, con cedola fissa al 4,50%: il rendimento è calato al 4,46% dal 4,55% dell’asta di giugno. In rallentamento, però, la domanda con un rapporto di copertura sceso a 1,36 da 1,46 precedente. Sulla stessa lunghezza d’onda il quinquiennal: il Tesoro ha venduto 3 miliardi di titoli – il massimo prefissato – con un calo del rendimento medio al 3,22% dal 3,47% di giugno. La domanda ha raggiunto i 4,084 miliardi di euro con un rapporto di copertura in rialzo a 1,36 da 1,30 precedente.
In questo contesto a Milano Piazza Affari si muove in rialzo dello 0,2% ritracciando dal +0,7% iniziale, in linea comunque con gli altri listini europei: Londra recupera lo 0,2% come Francoforte, mentre Parigi è invariata. Lo spread, la differenza di rendimento da Btp e Bund tedeschi resta intorno a quota 275 punti base, mentre l’euro si mantiene oltre la soglia di 1,32 contro il dollaro. Non preoccupa, almeno per il momento, la nuova contrazione del Pil spagnolo che nel secondo trimestre è calato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, in linea con le attese, e un calo dell’1,7% rispetto al 2012. Tra i singoli titoli svetta Edison che ha chiuso il semestre con un utile netto di 152 milioni che si confronta con una perdita di 49 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. Conti in rialzo anche per Usb, mentre rallenta Barclays alle prese con un maxi aumento di capitale. Pesante Fiat dopo il taglio delle stime di Chrysler e i conti del semestre.
Spinta dall’iniezione di liquidità della banca centrale cinese, la Borsa di Tokyo è rimbalzata dopo il tonfo di ieri e chiudendo in rialzo dell’1,53%. L’indice Nikkei resta sotto quota 14mila punti a 13.896,82 punti, ma, intanto, aiuta il raffreddamento dello yen. La mossa di Pechino ha di fatto mitigato gli effetti della produzione industriale che in Giappone è tornata negativa a giugno con una contrazione del 3,3% rispetto al mese precedente (è il primo segno negativo da gennaio). Il tasso di disoccupazione, invece, è calato al 3,9% (4,1% in maggio): è il livello più basso da quattro anni e mezzo.
Ieri sera, intanto, Wall Street ha chiuso in territorio negativo in attesa delle riunioni del Fomc e pensalizzata dal dato sul numero di nuovi compromessi a giugno, calati dello 0,4%. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones ha perso lo 0,23%, il Nasdaq lo 0,39%, lo S&P 500 lo 0,37%.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è in calo con i contratti sul greggio Wti con scadenza a settembre che perdono 38 centesimi e vengono scambiati a 104,17 dollari l’oncia sul mercato elettronico di New York. Il brent scende di 21 centesimi a 107,24 dollari. Poco mosse le quotazioni dell’oro: il lingotto con consegna immediata viene scambiato a 1.327,6 dollari l’oncia.