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Buoni del tesoro poliennali (BTP)

Buoni del tesoro poliennali; Titoli di Stato dematerializzati, dal 1993 non vengono più stampati: infatti acquisti e vendite si riflettono in scritture contabili senza che avvenga alcuna circolazione materiale dei titoli. Sono titoli di credito a medio-lungo termine emessi dal Tesoro al fine di finanziare il debito pubblico,  con scadenza pari a 3,5,7,10 e 30 anni, attraverso il sistema dell’asta marginale, hanno un rendimento a tasso fisso.

Prima della scadenza gli investitori istituzionali possono comprare o vendere i BTP sia sul mercato secondario regolamentato (MTS), per operazioni non inferiori a 2,5 milioni di Euro, che su quello non regolamentato (over-the-counter); mentre i cittadini privati possono effettuare queste transazioni sul mercato secondario regolamentato MOT (Mercato Telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato), per gli investitori al dettaglio (taglio minimo 1000 Euro).
Il rendimento del BTP è la risultante del flusso di cedole e del confronto prezzo tel quel e scarto di emissione. Gli interessi sono fissi e vengono corrisposti in via posticipata attraverso la stacco di una cedola, che ha periodicità semestrale.

A seconda delle emissioni sono collocati alla pari, sotto la pari, o sopra la pari. Il rimborso avviene in un’unica soluzione alla scadenza fissata. Gli interessi e lo scarto di emissione sono soggetti ad un’aliquota del 12,5%.Sebbene il termine   reddito fisso ci induca a pensare che i rendimenti derivanti dai BTP o titoli similari siano certi, può accadere che i rendimenti realizzati possano  differire anche ampiamente da quelli attesi.  E’ quindi possibile incorrere in perdite in conto capitale acquistando BTP e, più in generale, obbligazioni.

Più precisamente i BTP danno un rendimento certo fissato ex-ante qualora, una volta acquistato il BTP con un dato rendimento, il titolo viene tenuto sino alla scadenza.Nel caso in cui vi sia la negoziazione prima della scadenza, fermo restando il rendimento cedolare che viene sempre riconosciuto, il prezzo di vendita può variare anche di molto rispetto a quello di acquisto.

Esempio
Si prenda in considerazione un BTP con le seguenti caratteristiche:
Valore di rimborso             100
Cedole                                  4%
Scadenza                      5 ANNI
Si supponga che  i tassi di mercato a 5 anni siano al 4%  e il prezzo del titolo corretto  sia 100.
Nel caso in cui  i tassi di mercato a 5 anni dovessero salire improvvisamente all’5% nessun individuo razionale sarebbe disposto a pagare 100 per il BTP 4%. Il valore diminuirà di circa 5 (1X5), perché per 5 anni il detentore del titolo dovrà rassegnarsi ad incassare 1 punto In meno di cedola rispetto ai tassi di interesse di mercato. Si può quindi ipotizzare un prezzo post aumento dei tassi di circa 95.

Relazione tra tassi di interesse e prezzo dei titoli a tasso fisso
Si può affermare che:
•    Quando i tassi d’interesse salgono i prezzi dei BTP diminuiscono;
•    Al contrario quando i tassi d’interesse scendono i PREZZI dei BTP salgono.
Relazione tra la durata e i prezzi dei titoli a tasso fisso
•    Quanto maggiore è la durata, tanto maggiore sarà l’effetto sul prezzo di un BTP di una variazione dei tassi di interesse. il concetto economico sottostante è che più lungo è il periodo nel quale ci si impegna ad accettare un tasso diverso da quello di mercato, maggiori saranno le conseguenze in termini di quotazione. 
Relazione tra durata e prezzi dei titoli a tasso fisso
Se si riprende  l’esempio precedente se il BTP fosse stato di scadenza 15 ANNI, la diminuzione ipotetica sarebbe stata di 15 PUNTI.
In generale si può affermare che un BTP a 30 anni è più rischioso di un BTP a 15 anni,  che a sua volta è più rischioso di un BTP a 5 anni.
Relazione tra cedola e prezzi dei titoli a tasso fisso
Tanto minore è la cedola pagata dal BTP, tanto maggiori sono le oscillazioni di prezzo dovute alla variazione dei tassi. La spiegazione è intuitiva: maggiore è la cedola incassata ogni  sei mesi, maggiore è l’importo che si può reinvestire a condizioni più favorevoli.
In parte si può limitare il danno dovuto all’aumento dei tassi, al contrario se la cedola fosse bassa il danaro da reinvestire è di ammontare limitato e, quindi, il rialzo dei tassi colpisce in modo intenso.

Il caso estremo sono le obbligazioni zero coupon che pagano tutto l’interesse alla scadenza del prestito.
La volatilità dei   titoli di Stato
La volatilità misura la relazione fra variazione percentuale del prezzo e variazione del rendimento effettivo.  A parità di altre condizioni, la volatilità è tanto maggiore quanto maggiore è la scadenza del titolo e quanto minore è il livello della cedola.  La volatilità è la misura del rischio di mercato di un titolo.
Esempio
Si consideri  un BTP ( o una qualsiasi obbligazione a tasso fisso) con le seguenti caratteristiche:
Cedola                             7%;
Scadenza                 10 anni;
Tasso di mercato           5%;
Prezzo di mercato    115,44.

In caso di diminuzione del tasso di mercato al 4,5%, il prezzo del titolo salirà a 119,78% con un incremento in valore assoluto di 4,34 punti. La volatilità è data dal rapporto 4,34/115,44×100 ed è pari al 3,76%