Che cosa succede ai padroni dell´universo? Ora Goldman Sachs perde su tutti i fronti. Gli utili giù del 52 per cento nel quarto trimestre rispetto a un anno fa.
SUPEREROI E STIPENDI. Il fatturato dell´intero anno tagliato del 13 per cento, fermo al palo dei 39 miliardi di dollari. I profitti praticamente dimezzati: 2,39 miliardi rispetto ai 4,95 dell´anno scorso. Ancora peggio dopo il pagamento dei dividendi: i profitti per azione crollati da 8,20 dollari a 3,79. Vuol dire un fatturato sceso del 10 per cento a 8,64 miliardi di dollari: quasi un miliardo in meno dei pronostici. Vuol dire soprattutto una botta per le azioni e conseguente trascinamento al ribasso di tutta Wall Street.
LA QUESTIONE. Mentre per evitare lo scandalo degli anni scorsi la casa aveva già dimagrito del 5 per cento i bonus dei supermanager. La festa è finita? «Guardando avanti vediamo già segni di crescita» dice il Ceo Lloyd Blankfein «si intravede maggiore attività economica e noi siamo ben posizionati per aiutare i nostri clienti a espandere il loro business». Il Vampiro di Wall Street dà la colpa alla congiuntura.
Ma allora com´è che l´anno scorso, nel pieno della recessione, ci fu il boom? C´è anche un´altra verità. Le nuove regole volute da Barack Obama stanno dando i frutti. Ed è soprattutto la stretta sul «proprietary trading» che si fa sentire. Le banche per anni hanno contrattato azioni e derivati con i propri soldi e non solo con quelli dei clienti. Un´attività fortemente lucrativa, ma foriera di conflitti di interessi.
CONCLUSIONI. Oltre che di quei «rischi sistemici» che poi hanno portato al crac. Ecco perché la profittabilità scende: e questa è una brutta notizia. La buona sarebbe che stavolta però il denaro è più «sicuro». Sempre per i soliti pochi fortunati di quello che il New York Times (esaminando per la prima volta le carte dell´istituto) ha definito un vero e proprio «gruppo esclusivo».
Con 475 soci, e l´87 per cento di soli uomini, che grazie a un particolare e lucroso accordo di partnership si dividono l´affare. Un gruppo di lavoro che conta, oltre ai boss, personaggi all´incrocio tra economia e politica del calibro degli ex segretari al tesoro Henry Paulson e Robert Rubin, dell´ex governatore del New Jersey Jon Cozine e del presidente della Federal Reserve di New York, William C. Dudley: il successore di quel Tim Geithner che oggi guida il Tesoro Usa. Come dire: piove sempre sul bagnato.