Il Cdm ha approvato il Def
“Se non si fosse materializzato il cigno nero della crisi epidemica – si legge nella bozza del Def -, l’economia italiana avrebbe potuto registrare un ritmo di crescita in graduale miglioramento nell’anno in corso. Tale ripresa avrebbe condotto ad una modesta espansione nel primo trimestre dell’anno, rendendo raggiungibile la previsione di crescita annua dello 0,6 per cento formulata nella Nadef di settembre 2019″. Così il governo sul Coronavirus e le conseguenze economiche.
I danni del cigno nero
Il cigno nero, però, purtroppo si è materializzato. E ora, lo stesso Def, approvato dal Cdm, stima che nel 2020 il Pil si attesterà a -8% e al +4,7% nel 2021 mentre il deficit arriverà al 10,4% “tenuto conto dell’impatto finanziario del Decreto con le misure urgenti di rilancio economico”, e al “5,7 per cento” nel 2021. Per riprendersi, l’esecutivo ha stilato un piano sino al 2032. La strategia di rientro del rapporto debito/Pil sarà incentrata anche su contrasto all’evasione fiscale, riforma del sistema fiscale, revisione e riqualificazione della spesa pubblica
Ripartenza lenta e graduale
Il crollo dell’attività economica che si è registrato soprattutto dall’11 marzo in poi – ha detto il ministro Gualtieri – è non solo senza precedenti, ma non verrà pienamente recuperato nel breve termine” e nonostante il recupero dai “minimi di aprile” il “valore aggiunto rimarrà inferiore al livello di inizio d’anno per molti mesi”. Nella premessa al Def si quantifica una caduta del Pil nel primo semestre del “15%” e un “rimbalzo” nella seconda parte dell’anno.