Sull’economia USA si sta nuovamente allungando lo spettro della deflazione. A lanciare l’allarme è stata la Federal Reserve che nella riunione di ieri ha lasciato, come da attese, i tassi fermi nella forchetta compresa fra lo 0% e lo 0,25%.
NOVITA’: La novità più importante è stato l’annuncio di nuovi interventi straordinari a sostegno dell’economia nel caso in cui ce ne sia bisogno. Ed è altamente probabile che sarà proprio questo il caso. Le informazioni ricevute dopo il precedente incontro di agosto indicano che il tasso della ripresa della produzione e dell’occupazione è rallentato negli ultimi mesi. Le spese delle famiglie aumentano gradualmente ma restano limitate dall’elevato tasso di disoccupazione, dal modesto aumento della crescita dei redditi e dalla stretta del credito. Le spese aziendali in apparecchiature e software stanno aumentando anche se meno rapidamente rispetto all’inizio dell’anno, mentre quelle in strutture non residenziali restano deboli. Le aziende restano riluttanti ad assumere. Le nuove costruzioni abitative restano a livelli depressi.
IL CREDITO: "Il credito delle banche ha continuato a contrarsi anche se a un tasso ridotto negli ultimi mesi" si legge nel comunicato della Fed dove si osserva che il tasso di ripresa economica potrebbe essere "modesto" nel breve termine. L’inflazione agli attuali livelli è "al di sotto del livello che riteniamo coerente, nel lungo termine, con il nostro mandato di promuovere l’occupazione e la stabilità dei prezzi" aggiunge la Fed sottolineando che "continuerà a monitorare le prospettive economiche e finanziarie": l’istituto guidato da Ben Bernanke è "pronto a fornire ulteriori stimoli se necessario per sostenere la ripresa economica e il ritorno dell’inflazione e a livelli coerenti con il nostro mandato".
LIVELLO DEI TASSI E QUANTITATIVE EASING: Storicamente la Fed ha l’obiettivo di mantenere la crescita dei prezzi in un range compreso fra l’1% e il 2%. La decisione non è stata presa all’unanimità: a votare contro, per la sesta volta consecutiva, è stato il presidente della Fed di Kansas City, Thomas Hoenig, secondo il quale la ripresa economica continua a un tasso moderato. "La Fed ha mandato un chiaro segnale al mercato – spiega Douglas Lee, presidente di Economics from Washington – Intende riattivare politiche monetarie aggressive". Le opzioni a sua disposizione sono numerose ma molti economisti sono convinti che tornerà ad acquistare Treasury, già a partire dal prossima riunione del board a inizio novembre. Di un rialzo dei tassi si potrebbe tornare a parlare verso fine 2011 ma c’è già chi scommette che tutto verrà rimandato nel 2012. La Fed ha terminato il suo piano di acquisto di Treasury e mutui immobiliari nel marzo scorso, dopo aver rilevato asset per complessivi 1.700 miliardi di dollari, facendo lievitare gli attivi del suo bilancio a 2.300 miliardi.