DA QUANDO il presidente della Banca centrale Europea, Mario Draghi, si è insediato, sono passati poco più di tre mesi. Ma è ancora presto per avere un’opinione sul suo lavoro. La sua prima mossa, la diminuzione dei tassi di interesse di mezzo punto è stata molto apprezzata dai mercati.
MA SOPRATTUTTO l’assegnazione agli istituti di credito europei di un finanziamento triennale di 489 miliardi all’1% ampliabile a 1.000 entro fine febbraio (long term refinancing operation) costituiscono due strumenti apprezzabili per favorire la soluzione del credit crunch in talune zone d’Europa, tra cui l’Italia.
TUTTAVIA con riferimento al Ltro, le raccomandazioni rinnovate a Francoforte ai rappresentanti di 26 banche europee sull’esigenza di finanziare l’economia reale, rischiano di risultare ancora insufficienti per evitare che tale rilevante liquidità (110 miliardi in Italia) finisca per estinguersi unicamente nel rimborso delle obbligazioni bancarie o nell’acquisto di titoli di Stato, pur in presenza dei limiti posti dell’ Eba a tale proposito.
PER GLI ISTITUTI di credito è un’occasione troppo ghiotta che permette un guadagno abbastanza semplice: prendere a prestito all’1% e comprare titoli che rendono molto di più. Ecco la mossa “strategica” che fanno gli istituti bancari italiani (e non solo) con i soldi che prendono a buon mercato dalla Banca Centrale Europea ad appena l’1% e poi anziché concedere credito alle famiglie ed alle imprese effettuano riacquisti di bond per lucrare sul differenziale di rendimento senza correre rischi.
LA CONSEGUENZA diretta di questo comportamento evidente degli istituti di credito è che quella liquidità fornita dalla Bce non va in aiuto alle famiglie e alle imprese, che rimangono sempre più strozzate a causa delle limitazioni nell’accesso al credito. A tutto discapito dell’economia che non riesce a ripartire.
SE UN’AZIENDA ottiene una commessa di lavoro, ma non ha la liquidità necessaria per acquistare il materiale necessario da lavorare, come deve fare?
IL RISCHIO reale è quello che gli istituti finanziari continueranno a fare affari a tutto discapito delle famiglie e delle imprese che oggi ancor di più, nonostante il costo del denaro così basso, riescono ad ottenere già con gravi difficoltà prestiti e finanziamenti solo a fronte di enormi sacrifici che pochi ormai riescono a sostenere.
FINANZIARE una famiglia o un piccolo imprenditore è certamente rischioso, ma la soluzione non può essere quella di applicare spread lunari o richiedere impossibili garanzie personali. Se il credito non verrà rivitalizzato, il numero di imprese in crisi salirà ancora con impatto disastroso sul Pil.