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Economia e Dintorni

E LE BANCHE COME SONO MESSE???

Il 60% dei costi fa capo alle filiali. Che con il passaggio delle transazioni su Internet e sugli Atm sono troppe, impiegano troppi dipendenti e molto spesso hanno ricavi declinanti. Una riduzione del 20% del costo della rete produrrebbe un beneficio sul cost/income di ben 7 punti.

EVOLUZIONE: Sempre più spesso capita di entrare nella filiale, anche grande, di una banca e di trovarsi seduti su comode poltrone in mezzo a pochissime persone. Neanche il tempo di scambiare due chiacchiere con gli altri correntisti che subito si viene chiamati allo sportello. Le lunghe e defatiganti file che fino a pochi anni fa contrassegnavano l’attesa per il proprio turno sono ormai un pallido ricordo. Per i clienti si tratta certamente di una bella novità. Ma per le banche? Le filiali intese come luoghi fisici che un tempo erano piene di gente sono sempre lì, solo che ora non c’è più gente. Ma evidentemente questi sportelli continuano a pesare sul conto economico delle banche, così come i dipendenti, nonostante vari progetti di esodo incentivato messo in atto da molti istituti bancari soprattutto dopo le grandi fusioni avvenute negli anni passati. Secondo dati della società di consulenza americana Boston Consulting Group, almeno il 60 per cento dei costi operativi degli istituti di credito sono attribuibili alle reti delle filiali.

DALLO SPORTELLO AL WEB: Certo, c’è qualcosa che a prima vista non torna. Il numero dei clienti allo sportello è ormai crollato, grazie anche alle tecnologie, che hanno permesso di spostare su Internet o sui cosiddetti Atm "evoluti" (quelli che permettono non soltanto di prelevare ma anche di effettuare altre operazioni) le cosiddette "operazioni transazionali" (ritiro o versamento, bonifici, bollette, ecc.) Basti pensare che solo nell’ultimo biennio il 30 per cento di queste operazioni bancarie semplici sono passate su Internet o sugli Atm. E questo trend continua, mentre alcuni esperti credono che presto ci sarà un nuovo boom, quello delle operazioni bancarie sugli smartphone, in particolare sull’iPhone, che hanno un’estrema facilità di utilizzo grazie anche a nuove applicazioni "friendly". «Se guardiamo a quel che è accaduto in Italia dal 2004 a oggi dice Ignazio Rocco di Torrepadula, partner del Bcg vediamo che le filiali hanno continuato a crescere al ritmo del 3 per cento all’anno. Così si è passati da 30 a 33 mila sportelli. In assoluta controtendenza con quel che è accaduto nel resto d’Europa e del mondo, a parte la Spagna. Ma la crescita degli sportelli nel paese iberico, che ha riguardato esclusivamente le piccole casse di risparmio, è in gran parte dovuto al boom della speculazione immobiliare».

IL FUTURO DELLE FILIALI: Per tutti questi motivi le filiali stanno diventando un problema: «Nei piani a 35 anni di tutte le banche, italiane ed europee dice Rocco la riduzione prevista degli sportelli è nell’ordine del 20,25%. Anche se, ovviamente, ciò non vale per ogni singola banca ma solo per il sistema nel suo insieme». È chiaro che la situazione è molto diversificata. Gli istituti più grandi come Intesa Sanpaolo e Unicredit nati da molteplici fusioni nel corso del tempo sono già stati impegnati in questi anni in una riduzione degli sportelli, mentre altri come le filiali italiane di gruppi esteri (Bnp Paribas, Deutsche Bank, Credit Agricole in primis) hanno accresciuto o tenteranno di accrescere il loro peso sul territorio. La forza di Internet e degli Atm sta creando problemi alle filiali che alcuni player bancari cominciano a osservare. Da una parte i ricavi cominciano a dare in alcuni casi segnali di contrazione, creando un problema di sostenibilità del conto economico. «Se si potesse riuscire spiega Claudio Bombonato, consigliere delegato della società di consulenza Reply a ridurre in cinque anni del 20% i costi della rete, poiché il cost/income medio è del 60%, quest’ultimo si ridurrebbe di 7 punti. Comprendo che non è facile farlo, ma bisogna cominciare a programmarlo fin da subito». Dall’altro lato esiste anche un gigantesco problema immobiliare. Se le filiali sono troppe o sono troppo grandi per le nuove necessità e devono in prospettiva calare o ridursi di superficie, significa che bisogna ripensare anche alle spese per gli immobili. «Se moltiplichiamo le 33 mila filiali dice Rocco per 150 metri quadri di superficie, si tratta di oltre 5 milioni di metri quadrati. È un investimento immobiliare molto importante: attraverso una sua razionalizzazione si possono abbassare i costi complessivi».

IL PERSONALE BANCARIO:
In controluce è possibile vedere anche un problema che riguarda il personale. Se si riducono le filiali o le loro superfici mentre cresce il mondo Internet e degli Atm si pone anche un problema di riduzione degli organici. Le banche, molte delle quali hanno già fatto nel recente passato piani di esodi incentivati, ne parlano poco volentieri e preferiscono mettere l’accento sulla riconversione professionale e sulla formazione, certo necessarie. «Ma è anche un problema meno rilevante di quanto non sembri dice Giovanni Viani, partner della società di consulenza Oliver Wyman e responsabile per l’Italia perché se è vero che le filiali in Italia sono numerose, non è così vero per gli addetti: in realtà ci sono tante filiali ma di dimensioni medie inferiori a quelle europee. Alla fine il numero di abitanti per addetto bancario è sostanzialmente in linea con la media Europea».