CONSIDERANDO che nel 2010 la Cina ha superato gli Stati Uniti come più grande produttore di beni al mondo, sembra assurdo che oggi inizi a dare segni di cedimento, perdendo sempre più competitività in quanto i costi, stanno diventando troppo alti anche in Cina.
IN SOLI DIECI ANNI, nel Guangdong, la regione che è il fulcro manifatturiero, i salari sono aumentati del 158%. E in altre regioni del Paese i tassi di crescita sono ancora più alti, facendo sì che molte multinazionali, sia straniere che cinesi, stanno pensando di spostare le loro sedi nel Sudest Asiatico. Qui dove è possibile usufruire nelle catene di montaggio, di manodopera a costi bassissimi.
AL FINE DI ARGINARE tale fenomeno, che porterebbe ad un inesorabile rallentamento della crescita cinese, il Governo ha deciso di concedere incentivi agli imprenditori che vorrebbero spostarsi in quelle regioni, in cui, negli ultimi dieci anni, il governo ha investito 236 miliardi di euro per dotarle delle infrastrutture necessarie a renderle funzionali per le compagnie d’affari mondiali.
SECONDO GLI IMPRENDITORI dell’Ovest orientale, la Cina riuscirà, lo stesso a detenere il primato anche se perderà competitività sul piano dei salari, in quanto le regioni ancora molto povere e arretrate non hanno manodopera qualificata, e sarà quindi impossibile riuscire a realizzare un cambiamento tanto rivoluzionario.