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Economia e Dintorni

Fiat. I sindacati insorgono contro la decisione di licenziare 19 operai per reintegrarne altri

 Non si placano le polemiche sull’operato della Fiat. Ultima, in ordine di tempo, la decisione di mettere in mobilità 19 operai per fare spazio alle riassunzioni ordinate dal tribunale dei licenziati Fiom. Questo accadeva la scorsa settimana, seguito da un corollario di polemiche che partivano, in alcuni casi, dagli stessi dipendenti riassunti. 

Ieri i sindacati hanno rincarato la dose.  La Cisl non intende ad accettare i licenziamenti dei 19 dipendenti della Fiat annunciati dall’azienda ed è pronta a presentare ricorsi: «O l’azienda ritira i licenziamenti e ci rassicura o faremo i ricorsi, non si possono reintrodurre dei lavoratori e, contestualmente, toglierne altri». Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, nel corso di una conferenza stampa al termine dell’incontro tra Lingotto e sindacati per il rinnovo del contratto collettivo. 

Il Lingotto, però, attua un’operazione che, a quanto pare, in questi giorni va piuttosto di moda: non è colpa mia, è colpa della crisi.  «Commenti in molti casi non pertinenti e inesatti», ha fatto sapere in una nota, «la decisione sulla mobilità allo stabilimento di Pomigliano d’Arco, sottolinea, dipende "unicamente" dalle condizioni del mercato in Italia e in Europa attualmente molto al di sotto delle previsioni».

 E mentre il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci si trincera dietro un “no comment”, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a margine della visita al nuovo campus universitario di Torino, a chi gli chiedeva quale dovrebbe essere l’atteggiamento del Governo nei confronti di Fiat ha risposto che il Governo dovrebbe chiamare a rapporto i vertici della casa automobilistica e «cercare di fare intendere che non si possono più accendere fuochi, adesso bisogna spegnerli».