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Finanza sostenibile, il ruolo
nevralgico del consulente

L’ondata green nella finanza

La finanza sostenibile ricopre una sempre maggiore rilevanza all’interno dei mercati finanziari e il suo peso nelle scelte di investimento dei risparmiatori aumenta sempre di più. Il mercato si presenta molto frammentato e congiuntamente alla maggior risonanza, anche mediatica, del fenomeno sono sempre più numerosi i prodotti offerti per investire in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.

L’importanza degli advisor

Il risparmiatore si trova così di fronte ad un’ampia scelta di prodotti e questo può generare incertezza e anche smarrimento nelle sue scelte di investimento. In una situazione come questa deve assumere un ruolo fondamentale la figura del consulente finanziario. Quest’ultimo deve essere in grado di analizzare i bisogni e le richieste del risparmiatore e indirizzarlo verso i prodotti a lui più adatti.

La fase di analisi dei prodotti 

Le soluzioni d’investimento proposte devono però essere il risultato di un’attenta analisi e valutazione dell’effettiva sostenibilità delle attività su cui si investe. Possono infatti verificarsi comportamenti opportunistici, il cosiddetto green e/o social washing, da parte di società che per motivi puramente d’immagine o commerciali pubblicizzano attività e progetti come sostenibili, quando, però, in realtà non lo sono e di conseguenza gli strumenti finanziari che puntano su queste attività non sono, a loro volta, sostenibili.

La responsabilità del consulente

In questo contesto il ruolo del consulente finanziario assume un’ulteriore responsabilità. Solo attraverso l’attività di screening e monitoraggio delle attività sottostanti i prodotti offerti si può arrivare a consigliare gli investimenti che realmente soddisfano i bisogni della clientela in termini di sostenibilità. Non solo. Un approccio di questo genere non porta benefici solo alla clientela, ma ne porta anche all’intero mercato. L’attenta valutazione dell’impatto degli investimenti proposti permette infatti di evidenziare le attività realmente sostenibili e di convogliare verso di esse quelle risorse finanziarie necessarie per incentivare e sviluppare sempre di più gli investimenti e i progetti ad impatto positivo. Ne consegue dunque anche una ricaduta positiva per l’economia nel suo insieme.

Il rischio della falsa percezione

Questo approccio permette infine di evitare che si crei una falsa percezione della sostenibilità: un risparmiatore, se lasciato da solo nelle scelte, potrebbe non essere in grado di distinguere cosa sia effettivamente sostenibile o meno, con la conseguenza che potrebbe considerare la sostenibilità come qualcosa di puramente mediatico e rinunciare ad investirvi, con ricadute negative anche per l’economia reale.