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Fuga dai fondi : Draghi bacchetta gestori e banche azioniste

Il risparmio gestito ha vissuto certamente momenti migliori, nel solo mese di gennaio si sono volatilizzati 19 miliardi di euro, la fuga dai fondi sta prendendo una piega pericolosa, ma la questione è un’altra, il deflusso non sembra arrestarsi e la soluzione al problema, invece, è lontana. Dall’inizio del 2007 il deflusso subito dalle sgr è stato pari a 53 miliardi, una vera e propria ecatombe per l’industria del risparmio gestito. I riscatti dai fondi hanno avuto importanti alleati, che hanno contribuito, non poco, ad amplificare il fenomeno deflusso, l’introduzione della Mifid, il rialzo dei tassi e la crisi dei mercati finanziari. Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi sembra pronto ad intervenire per fermare la crisi del settore. Il numero uno di via Nazionale punta il dito sul profondo legame fondi e le banche di appartenenza, ossia tra produzione e distribuzione che secondo lo stesso governatore farebbe da freno alla crescita dell’industria del risparmio. Infatti Draghi sostiene che l’attuale sistema rischia di segmentare di fatto il mercato, di ridurne l’efficienza, di frenarne la crescita dimensionale e qualitativa, impedendo il pieno sfruttamento delle forti economie di scala nell’asset management”. In sintesi Draghi invita gestori e banche azioniste a rivedere i loro modelli industriali. Sempre secondo il governatore, le società di gestione dovrebbero aggregarsi e investire nel settore, con lo scopo di rendere migliore la qualità dei prodotti. Ma il richiamo non finisce all’eventuale necessità per i banchieri di rivedere le regole di governance delle Sgr, ma va anche alla tassazione dei fondi italiani che sarebbero penalizzati rispetto alle società di risparmio estero. I fondi italiani infatti sono tassati sulle plusvalenze che maturano man mano che queste si vanno a produrre. Per i secondi, invece, è un vantaggio poter pagare le tasse solo quando c’è un effettivo disinvestimento, motivo per cui i fondi esteri hanno avuto una rapida e grande crescita a scapito di quelli italiani.