Lega e M5S lavorano a una soluzione per vendere più titoli di Stato agli italiani
L’esecutivo gialloverde è pronto a lanciare un ddl per l’istituzione dei Cir, Conti individuali di risparmio. Uno strumento finanziario che sul modello dei Pir prevederebbe agevolazioni fiscali, favorendo però in questo caso l’acquisto di titoli di Stato. L’obiettivo del governo è quello di spostare una porzione maggiore del debito pubblico nelle tasche dei cittadini (che oggi ne detengono solo il 6%), ma l’idea sembra avere sia vantaggi che svantaggi. Specie in un momento in cui i mercati non mostrano grande fiducia verso l’Italia.
Il beneficio sarebbe sicuramente quello di fare un investimento a rischio abbastanza basso. Poi Lega e M5S stanno lavorando all’introduzione di vantaggi fiscali, come per i Pir. E al fatto che sui Cir, banche e assicurazioni acquistino per il risparmiatore solo Titoli di Stato emessi ad hoc per le famiglie e gestiti con “commissioni calmierate”. Il rovescio della medaglia sono gli svantaggi, che non mancano. Anzitutto lo strumento potrebbe offrire margini di guadagno molto bassi (poco più di un conto corrente). E. come se non bastasse, in caso di crisi, la Grecia docet, le istituzioni finanziarie hanno più potere di contrattazione verso i governi in caso di ristrutturazione del debito. Cioè riescono a perdere meno soldi di quelli che perderebbero i comuni cittadini in caso di taglio al valore dei titoli di Stato.
Insomma, l’intelaiatura dei Cir non sembra convincere del tutto. Il ddl destinato a introdurre questo nuovo strumento di investimento, come annunciato in un’intervista rilasciata da Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture al Corriere della Sera, dovrebbe prendere forma entro la fine di settembre. Ma i risparmiatori non potranno non tener conto dello spread che continua a salire (differenziale tra Btp, appunto, e Bund tedeschi) e di un investimento che potrebbe rivelarsi a basso rischio solamente in via teorica.