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Il caso della settimana

I banchieri che fecero tremare il mondo.

A due anni da quei giorni del crollo della finanza che fine hanno fatto banchieri quasi semidei?  tutti liberi, forse meno ricchi di prima ma forse con le coscienze meno tranquille. Ad oggi, infatti, nessuno dei banchieri americani è risultato responsabile per la crisi dei subprime.

I SEMIDEI – Ormai sono trascorsi due anni dalla crisi finanziaria ed economica  che colpì il  mondo della finanza “globale” . Tanto è stato scritto sulle colpe e sulle cause della maggiore crisi dopo quella del 1929, ma si sa, la finanza è fatta da uomini ed in questo caso da “avidi” banchieri, che possiedono potere e forza da semidei, capaci dir far soccombere Stati, persone e interi sistemi finanziari.   Ma la forza e il potere  dei banchieri in quei  giorni nefasti per l’economia mondiale  si rivoltò  contro di loro, spazzando via intere fortune e altrettante carriere. A due anni da quei giorni   che fine  hanno fatto i “semidei” della finanza ?  tutti liberi, forse meno ricchi di prima ma forse con le coscienze meno tranquille.  Ad oggi,  infatti,  nessuno dei banchieri americani è risultato responsabile per la crisi dei subprime. 
Un articolo apparso   sul New York Times  si interroga  con  tono alquanto  sarcastico    –  “Due anni dopo il "Titanic" della finanza, «Nessuno è colpevole di nulla». È così? Sono solo sirene giustizialiste? Oppure è stata la tempesta perfetta che nessuno poteva prevedere?”. Chissà se qualcuno saprà mai rispondere alle domande del giornalista del New York Times. Un giorno ai nostri figli racconteremo che nel lontano 2007 un terremoto venuto dal nulla sconvolse la finanza, ma le colpe erano di tutti e di nessuno.

DICK FULD: IL "GORILLA" – Quando la sua banca stava fallendo, lui era occupato a giocare a golf in  un resort molto lussuoso alle porte di New York.  I suoi dipendenti sono stati filmati dalle televisioni di tutto il pianeta mentre uscivano dalla sede di New York con in mano gli scatoloni con gli effetti personali. Il “gorilla” di Wall Street, così viene  chiamato l’ex ceo della Lehman Brothers , il cui fallimento, il 16 settembre 2008, ha dato il via  al  panico finanziario  in tutte le piazze finanziarie del mondo. Ed è  lui la prima persona,  degna di essere ricordata come  l’uomo più odiato d’America. L’ex capo di Lehman Brothers,  non è per nulla  pentito per  la sua condotta alla gestione del ex colosso finanziario,  cerca di difendere il suo operato  Anzi davanti alla commissione parlamentare sostiene che le colpe siano imputabili al governo e la caduta di Lehman è stata causata da forze di mercato incontrollabili.  Fuld tuona contro tutti e sostiene in un’intervista «Ci hanno lasciati fallire».  E accusa tutto il sistema, cercando  di difendere il suo operato. Fuld  nell’intervista sostiene «Lehman è stata l’unica società ai cui i regolatori governativi hanno chiesto di presentare istanza di fallimento» . Secondo il banchiere «altre banche erano, e sono tuttora, più esposte di Lehman sui subprime, solo che nessuno mosse un dito per darci una mano».

LE ACCUSE – Nello specifico, le accuse ricadono principalmente sulla Federal Reserve e su Henry Paulson, segretario del Tesoro sotto la presidenza di George W. Bush, ma soprattutto ex numero uno di Goldman SachsComunque siano andati i fatti, sulle spalle di Dick Fuld, pesano ancora i 639 miliardi di dollari andati in fumo con la bancarotta di Lehman Brothers.  In quei giorni di paura in cui migliaia di persone persero il lavoro, Fuld vendette la sua mega villa alla moglie per la cifra astronomica di un dollaro, potere della “finanza”. Il “gorilla”   ha perso il suo ufficio, soldi, non ha ricevuto bonus milionari, ha salvato la sua villa ma dove è finito? Nel 2009 è ritornato nel mondo della finanza e ha  ha fondato Matrix Advisors, una società di consulenza finanziaria con sede e uffici a Manhattan. Lo scopo della sua nuova società quello di  aiutare aziende a finanziarsi per espandere i loro affari.

RALPH CIOFFI E MATTHEW TANNIN: GLI SPAVALDI – Le immagini dei due gestori della  Bear Stearns, banca d’affari americana,  ammanettati davanti alle loro abitazioni   dall’FBI, sono ancora nella mente di tanti, che pensavano che si sarebbe fatta giustizia, per i tanti crimini “finanziari” perpetuati da Tannin e Cioffi. Le accuse ai due colletti bianchi   erano  quelle di aver innescato la crisi dei subprime con il fallimento dei fondi speculativi che gestivano. I due erano, stando alle accuse, perfettamente a conoscenza dello stato molto precario dei fondi, ma assicuravano il contrario. Invece sono falliti con un costo di 1,6 miliardi di dollari per i malcapitati investitori. Questo ha innescato una crisi che ancora non è pienamente sotto controllo e che ha causato perdite per circa 1000 miliardi di dollari. Su Cioffi pesava , poi, l’ulteriore accusa di insider trading, avendo ritirato circa 2 milioni di dollari di suoi investimenti da uno dei due fondi, poco prima del crack. Ma lo scorso 10 novembre, la giuria li ha assolti. Secondo il tribunale  Ralph Cioffi e Matthew Tannin non sono colpevoli di aver ingannato gli investitori. Uscendo libero dal tribunale, Cioffi agitava la mano in segno di vittoria.

ANGELO MOZILO: L’EX MACELLAIO – Era stato definito il re dei mutui, ora è in attesa di  giudizio per ottobre, dove è accusato di  favorire  clienti politici, imbrogliare gli azionisti e di nascondere le perdite della sua “amata” società. Figlio di un macellaio immigrato nel bronx,  a dodici anni cominciò a lavorare con il padre in bottega e a 14 divenne fattorino in una società di mutui a Manhattan. Ma ben presto se ne andò in California in cerca di fortuna, divenne il numero 1 dei prestiti immobiliari. Secondo alcune testimonianze nella cause contro ex macellaio: Mozilo faceva approvare  lui stesso prestiti  o mutui per  milioni di dollari, ma le garanzie di questi  clienti non erano così forti  da poter loro   conceder queste somme.  Ma le ire del padrone, Angelo, non tardavano a manifestarsi sui dipendenti, che cercavano di fare il loro lavoro. All’interno della società questi clienti “fortunati” venivano chiamati “gli amici di Angelo”. Nel frattempo Mozilo ha ricavato 300 milioni vendendo le sue quote dal 2005 al 2007, non ha nemmeno bisogno di pagare i principi del foro che lo difendono: Bank of America, che ha acquistato Countrywide 2008, è obbligata a pagare le spese legali dell’ex ceo.
KEN LEWIS: IL BANCHIERE PIGLIA TUTTO – Nelle stesse ore del grande  crollo della Lehman Brothers,  Ken Lewis, banchiere dell’anno nel 2001,  annunciò al mercato  l’ acquisizione per 29 miliardi di dollari della Merrill Lynch, altro gigante dai piedi d’argilla. Ken nel momento dell’acquisizione della Merrill Lync pensò sicuramente  che  «Una occasione strategica del genere si potesse presentare  una volta sola nella vita»,  Ma così non fu, infatti,  il salvataggio della Merrill Lynch si è rivelata fatale per Ken Lewis .  Infatti dopo un anno di attacchi politici, offensive giudiziarie e malumori degli azionisti,  Ken Lewis ha perso la carica della Bank of America, che per non essere dichiarata fallita, ha dovuto richiedere l’intervento del governo americano. Questo non ha impedito a Bank of America, di distribuire 3,6 miliardi di dollari in bonus ai dirigenti di Merrill Lynch, poco prima che l’acquisizione fosse finalizzata. Suscitando grosse polemiche. L’ex banchiere è accusato di frode nei confronti degli investitori e dello stesso governo, in quanto secondo l’accusa  Lewis non poteva non conoscere,  al momento  dell’acquisto di Merrill Lynch , l’entità e la gravità  delle perdite di quest’ultima. Ma Lewis prosegui nell’acquisizione ma , in seguito, lo stesso Lewis chiese al governo fondi per il salvataggio della sua Bank of America. Ed ecco che l’accusa tuona contro Lewis, il quale è reo di aver frodato il governo e i contribuenti americani in un momento molto difficile.  Oggi Ken Lewis è a riposo con una bella  pensione da 50 milioni di dollari.

LLOYD BLANKFEIN: L’UOMO E-MAIL – Nel lontano  2007 Lloyd Blankfein, capo Goldman Sachs,  intascò un premio, il più alto di sempre, 67,9 milioni di dollari. Lloyd Blankfein ha sempre difeso la tenuta etica della sua  società  durante la crisi finanziaria. La banca d’affari americana  accusata di non aver comunicato ai propri clienti  il rischio delle operazioni proposte, è stata costretta a pagare solo  un ‘ammenda molto salata. Goldman Sachs era stata accusata di  aver costruito, poco prima che scoppiasse la bolla immobiliare, uno strumento ad hoc (denominato Abacus 2007-AC1), in accordo con un fondo speculativo (l’hedge fund Paulson and Co.), in cui impacchettare titoli immobiliari spazzatura da piazzare a clienti quasi del tutto ignari della loro altissima rischiosità. Così facendo l’hedge fund avrebbe potuto poi scommettere sull’inesigibilità dei titoli contenuti in Abacus2007-AC1, guadagnandoci una barca di quattrini. Dal suo canto, Goldman Sachs avrebbe lucrato sia incassando una lauta commissione dal fondo Paulson and Co. per aver confezionato lo strumento, sia attraverso il collocamento presso banche e istituzioni dello strumento stesso, clienti ai quali però comunicò che era stato creato da un soggetto terzo indipendente.
Durante gli interrogatori della SEC,   per  Blankfein,  Goldman Sachs non era tenuta a informare i clienti, a cui aveva venduto obbligazioni, a proposito delle proprie posizioni su quei titoli sostenne. "Ai clienti   abbiamo dato esattamente il rischio che volevano. Non venivano a chiederci le nostre valutazioni sui titoli. E come non ricordare lo scandalo delle email della Goldman Sachs. Infatti uno scambio di e-mail rivela come l’amministratore delegato di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, esultasse con altri dirigenti per i guadagni tratti dalle scommesse al ribasso compiute proprio mentre il mercato immobiliare statunitense crollava. In una mail datata novembre 2007 l’ad di Goldman scrive: "Di sicuro non abbiamo evitato il caos dei mutui. Abbiamo perso dei soldi e poi ne abbiamo fatti piu’ di quanti ne abbiamo persi grazie a operazioni al ribasso". In una serie di e-mail separate, che partono dall’ottobre 2007 e riguardano appunto il declassamento dai rating sui mutui, un altro dirigente, Donald Mullen, esulta: "Sembra che faremo un bel po’ di soldi". Un’ultima considerazione,  Lloyd Blankfein è ancora un uomo libero!