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Il caso della settimana

I paradisi fiscali più grandi al mondo : Stati Uniti e Londra

I paradisi fiscali rappresentano una vera piaga della globalizzazione finanziaria ed  economica. Nel 2009 sembrava che il segreto bancario stesse crollando come il muro di Berlino ma così non è successo ! Il segreto bancario delle roccaforti dell’offshore  è vivo e vegeto. E non è stata per noi una sorpresa.

Quasi tutti i “grandi”  paesi  cercano almeno all’apparenza e soprattutto  per l’opinione pubblica,  di fermare l’approdo di denaro sporco  presso le proprie  banche  ma la verità è tutta altra. Tutti fanno a gara per richiamare i miliardi di dollari di denaro, diciamo poco “pulito”. Tutto ciò non ha fatto altro che alimentare un mostro gigantesco , dove la sua più grande peculiarità è la segretezza. 

Tutti i tentativi di eliminare il segreto bancario è stato inutile e sarà inutile. Il motivo è semplice ! il sistema offshore mondiale non è dominato dalla Svizzera, dall’Irlanda, dall’Lussemburgo o da altri piccoli paesi, bensì da due superpotenze mondiali, ossia gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. 

Secondo un report  dello Global Financial Integrity (Gfi), centro studi no profit con sede a Washington, solo nel 2008 quasi 1.200 miliardi di dollari di flussi finanziari illeciti sono usciti dai paesi in via di sviluppo per approdare comoda temente nei paesi ricchi e  nei vari  paradisi fiscali. Secondo il Financial secrecy index del 2009 compilato dal Tax Justice network, un’organizzazione fondata  dal parlamento britannico, gli Stati Uniti  rappresentano il più grande paradiso fiscale al mondo. La segretezza assicurata dalle società di Delaware e del Nevada è migliore di quella delle banche svizzere

Gli Stati Uniti, almeno dal 1970, hanno lanciato al mondo messaggi semplici e chiari : Ci serve il vostro denaro sporco ! ma perché ? Semplice per andare a finanziare il suo deficit.  Come non parlare della Banca statunitense Wachovia, accusata di non aver predisposto un sistema efficace contro il  riciclaggio di  378,4 miliardi di dollari, provenienti dal traffico di droga del  Messico, e  se l’è cavata solo con una piccola multa. Infatti la banca ha versato 110 milioni di dollari alle autorità federali per aver consentito una serie di transazioni collegate al contrabbando  di droga. Inoltre ha pagato una multa di cinquanta milioni di dollari  per non aver vigilato sul contante usato per una spedizione di ventidue tonnellate di cocaina.

In totale la multa equivale a meno del 2% dei profitti della banca nel 2009, pari a 12,3 miliardi di dollari.
Ma il più grande paese offshore al mondo è la Gran Bretagna che con le sue leggi fiscali e finanziarie molto lassiste, permette di attirare miliardi di dollari da tutto il mondo, soprattutto quello di dubbia provenienza. 

Forse tutti non sanno che la Gran Bretagna presenta una fitta rete mondiale di paradisi fiscali che va dai possedimenti della corona, comprese le isole di Jersey, quella di  Man fino a quelle oltremare, come le Bermuda, Gibilterra e altre dodici, ognuna delle quali presenta un proprio governatore, nominato direttamente dalla regina. Circa la metà dei paesi offshore mondiali fa parte della rete britannica.
Tutti questi paradisi fiscali, solo nel 2009 hanno dato modo alle banche inglesi di finanziarsi per 332,5 miliardi di dollari.