RALLY? La sconfitta e la morte di Geronimo, ops per il mondo intero il terrorista numero uno al mondo, noto con il nome di Osama Bin Laden. Cosi all’inizio di giornata abbiamo assistito ad un rally momentaneo e contenuto delle principali borse mondiali e del relativo seppur modesto apprezzamento del dollaro e poi nulla più. A tanto si è limitato l’effetto della morte di Osama Bin Laden sui mercati. Sinceramente non ho mai pensato che potesse essere un market mover ma credevo che in qualche modo avrebbe comportato una maggiore euforia sui mercati.
L’OPINIONE. L’opinione comune è che l’annuncio della morte del terrorista abbia dato un’iniezione di fiducia ai mercati solo temporanea. C’è consapevolezza insomma che la morte del regista del’attacco alle torri gemelle del 2001, benché importante, non significhi la fine della lotta al terrorismo. Andando a guardare come si sono mossi gli indici di Borsa, il bilancio degli ultimi due giorni anzi è negativo per l’indice S&P500 di Wall Street che, dallo scorso 29 aprile ha ceduto mezzo punto percentuale. Ha beneficiato della notizia, ma senza eccessi, il comparto aerospaziale e della difesa.
S&P. L’indice settoriale S&P500 ha guadagnato lo 0,31%. I due maggiori colossi, Boeing e Lockheed Martin, hanno avuto una performance contrastante: invariato il primo titolo, in rialzo dell’1,46% il secondo. «L’uccisione di un uomo, seppur importante come il capo di Al Qaeda, non ha mosso, né ritengo che muoverà più di tanto i titoli del settore». «La ragione è ché difficilmente i governi, sia in Europa che negli Stati Uniti, modificheranno in maniera sostanziale il loro budget militare alla luce di questa notizia. I timori di possibili ritorsioni potrebbero spingere ad aumentare il livello di sicurezza degli obiettivi civili. Alla luce del ruolo ambiguo svolto dal governo di Karachi potrebbero però essere messi in discussione gli aiuti al Pakistan (circa 20 miliardi di dollari dal 2001 ad oggi secondo i dati del Congresso americano).
IPOTESI. L’ipotesi pesa sull’andamento della borsa locale che ha ceduto oltre due punti e mezzo percentuali. Al calo tuttavia ha contribuito il timore di un aumento dei tassi di interesse sulla scia del rialzo dell’inflazione. L’impatto maggiore è quello sul mercato delle commodities, con la frenata dei metalli preziosi e del petrolio. Il Brent, che dall’inizio dell’anno è salito di quasi il 30% per le rivolte in Nord Africa, venerdì 29 aprile aveva chiuso vicino ai picchi degli ultimi tre mesi (oltre 126 dollari al barile). Dopo la morte di Bin Laden il prezzo è calato bruscamente scendendo a quota 122 dollari.
La notizia viene evidentemente interpretata come un segnale di raffreddamento delle tensioni geopolitiche. Posso concludere dicendo che per molti operatori la sconfitta e la conseguente uccisione di Geronimo rappresenti un viatico per i musulmani per riorganizzarsi e colpire l’Occidente, perciò i mercati sembrano non aver accolto nel migliore dei modi tale evento.