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Il flottante, un termine sconosciuto.

 In un mio precedente articolo ho parlato di Parmalat, la cui Lactalis si prepara all’Opa. Poi a seguire avremo l’ Opa di Ferragamo, nota griffe del Bel paese conosciuta a livello mondiale dove si vocifera che dopo due giorni abbia già raggiunto il pieno delle adesioni. 

 
Ma questo per dire cosa? In questo articolo, voglio spiegarvi cosa è il flottante. Con questo termine si indica il numero di azioni circolanti, emesse da una società, non rappresentative della parte di capitale che costituisce partecipazione di controllo, disponibili per la negoziazione in Borsa. Oltre che rappresentare una parte della capitalizzazione dell’azienda il flottante è anche uno dei parametri utili alla valutazione di un titolo. Il flottante rappresenta la parte del capitale sociale effettivamente in circolazione sul mercato azionario. 
 
Nel computo di questa quota non si tiene conto delle partecipazioni azionarie di controllo, di quelle vincolate da patti parasociali e di quelle soggette a vincoli alla trasferibilità (come clausole di lock-up) di durata superiore ai 6 mesi. Non si tiene conto delle partecipazioni azionarie superiori ad una determinata soglia, anche le eventuali di minoranza non riferibili al controllo, salvo che Borsa Italiana, su istanza motivata dell’emittente, valutate la tipologia dell’investitore e le finalità del possesso, non accordi una deroga al riguardo. 
 
Il calcolo delle partecipazioni deve essere effettuato secondo i criteri indicati all’articolo 118 del Regolamento Consob 11971/99; tale soglia è per le ammissioni del 2%, per gli indici del 5%. Al contrario, rientrano nel computo le azioni possedute da organismi di investimento collettivo del risparmio, da fondi pensione e da enti previdenziali. Il valore del flottante non corrisponde alla capitalizzazione dell’azienda quotata. La capitalizzazione risulta essere infatti il valore, al prezzo di mercato, di tutte quelle azioni che l’azienda ha emesso. 
 
In altri termini, il valore del flottante è parte della capitalizzazione. Se il flottante si trovasse a coincidere con la capitalizzazione, tutte le azioni emesse dall’azienda a quel punto sarebbero in mano al mercato, e quindi oggetto di contrattazione e non più detenute dal soggetto dominante. Borsa Italiana richiede alle società specifici requisiti in termini di flottante minimo per l’ammissione a quotazione: si richiede un flottante minimo pari al 25% del capitale per le azioni negoziate nei segmenti di Borsa. 
 
Una volta ammessa a quotazione, la società deve mantenere il requisito relativo al flottante; infatti, la carenza di negoziazioni sul proprio titolo può comportare la revoca dell’ammissione a quotazione. Le azioni con un flottante di poco superiore al 25% e caratterizzate da bassi volumi di scambio sono dette “titoli sottili”.