Mentre le entrate tributarie si attestano a gennaio 2010 a quota 28,81 miliardi di euro, in diminuzione di quasi il 3% rispetto ai valori di anno prima, si volge lo sguardo al varo del "redditometro del futuro". Tale strumento non terrà conto solo del possesso di beni o investimenti, ma mirerà a misurare la reale capacità di spesa del contribuente in relazione al reddito dichiarato al fisco. Saranno inoltre abbandonati i coefficienti e lo strumento agirà da misuratore della capacità contributiva e della quota che l’amministrazione si spetta dal singolo soggetto che ha investito o speso determinate somme di denaro.
Il redditometro dovrebbe essere operativo entro la fine di quet’anno e seguirà nella sua applicazione quattro tappe fondamentali:
1) Discussione preliminare con le associazioni e i commercialisti;
2) Passaggi normativi finalizzati all’emanazione di un decreto;
3) Fase di sperimentazione;
4) Entrata in vigore.
Il direttore dell’Accertamento dell’Agenzia delle entrate, Luigi Magistro, ha spiegato che il nuovo redditometro sarà uno strumento più chiaro e più affidabile e si baserà su un maggior numero di elementi di indagine, circa due-tre volte maggiore dei 6-7 attualmente presi in considearezione. Il redditometro si avvarrà si una metodologia statistico-matematica in grado di trovare le relazioni esistenti tra gli elementi considerati e la capacità reddituale del soggetto. Il tutto avverrà tenendo conto della composizione del nucleo familiare e quindi sarà fondato su valori reali ed elementi di spesa effettiva, e non su valori ipotetici e/o coefficienti.
Circa i soggetti da colpire, il quadro sembra già delineato. Magistro afferma che da alcune campagne di raccolta sul territorio si sono già riscontrate oltre 300’000 situazioni, che vanno dai leasing ai centri benessere, dalle auto alle piscine, cui si aggiungono ulteriori elementi, che hanno fatto accendere la spia dell’evasione.