Il quadro di un Paese spaccato in due emerge dalla ricerca pubblicata da Gfk
Mai come oggi, gli italiani sono fiduciosi rispetto alle prospettive economiche proprie e del Paese. Mai come oggi, serpeggia il pessimismo verso il futuro tra le aziende nostrane. Il sentiment dei consumatori è cresciuto di ben cinque punti dall’inizio dell’anno (raggiungendo il massimo storico dalle rilevazioni periodiche GfK dedicate ai Climi Sociali e di Consumo), quello delle imprese è invece calato del 35%. La ricerca mostra un’Italia divisa: da una parte migliorano il clima di fiducia e le aspettative per il futuro dei consumatori, dall’altra le aziende mostrano maggiori preoccupazioni rispetto all’evoluzione del quadro economico.
In particolare, rispetto ad un inizio di 2018 ancora piatto, nel secondo semestre del 2018 l’indicatore di fiducia ICS* è cresciuto di ben 8 punti, raggiungendo la quota record di 72 punti a fine giugno. Nel terzo semestre c’è stata una leggera flessione dell’indice, che si è assestato a 69 punti, rimanendo comunque in area positiva e con un incremento di ben 7 punti rispetto allo stesso periodo del 2017.
Negli ultimi mesi, quindi, gli italiani hanno espresso più fiducia nella ripresa, più ottimismo sulle opportunità personali e della famiglia, prospettive più positive sull’economia del Paese. Migliora anche l’umore per quanto riguarda gli acquisti. Torna la voglia e il piacere di comprare, atteggiamenti che nel recente passato si erano un po’ persi per strada. Voglia e piacere che si sono tradotti nella dimensione euforica degli acquisti durante il recente Black Friday, che ha fatto registrare nuovi record di vendite nel nostro Paese.
Se la rilevazione autunnale di Climi Sociali e di Consumo mostra una fiducia in crescita da parte dei consumatori, diverso è il punto di vista del tessuto produttivo. Mai come oggi, le aziende grandi e medio-grandi – con la voce dei rispettivi manager – esprimono preoccupazione per l’economia italiana, sottolineando come il momento storico non sia favorevole a nuovi investimenti: l’indicatore relativo perde infatti 35 punti percentuali rispetto all’inizio del 2018.
Due visioni opposte esprimono quindi lo spirito del tempo sul finire dell’anno in Italia: da un lato i cittadini che ritengono che qualcosa (o molto) di positivo sia accaduto o stia accadendo, dall’altro i manager delle aziende, perplessi se non bloccati nel fare.
Sono climi di lunga durata, o si tratta di perturbazioni passeggere? La fiducia dei consumatori italiani rimarrà alta nonostante le notizie economiche delle ultime settimane? Tra qualche settimana, l’analisi dei risultati di Climi Sociali e di Consumo per l’ultimo trimestre del 2018 consentirà di capire come stanno evolvendo il sentiment delle aziende e dei consumatori.