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Finanza personale

La logica dei rendimenti immediati

La cultura finanziaria tipica dell’investitore italiano è rilegata ancora ad alcuni paradigmi, difficili da scardinare. Senza dubbio le istituzioni finanziarie non sono venute in aiuto a promuovere un processo educativo nei confronti dei loro clienti.
L’investitore rappresenta sostanzialmente un soggetto complesso che vorrebbe essenzialmente tutto subito, che non sa decidersi tra alti rendimenti e bassi rischi, tra liquidità elevata e buone prospettive a lungo termine del proprio patrimonio. Appare come il portatore di una cultura finanziaria trascorsa nella quale i ricordi di inflazioni passate e alti rendimenti dei titoli di Stato, si accompagnano a brevi tratti in cui una diffusa irrazionalità per i titoli azionari prende il sopravento sulla ragione della sicurezza.
Al continuo desiderio di sicurezza da parte dell’investitore fa da contrappunto una sete di arricchimento in tempi veloci. Ovviamente le due proposizioni non possono stare insieme, si cercherà insieme di trovare un giusto equilibrio tra bisogno di sicurezza e voglia di buoni profitti.
Il risparmiatore rimane ancora troppo spesso prigioniero della logica del massimo rendimento realizzabile in tempi brevi. Inoltre dovrebbe essere capace di valutare uno specifico investimento non come una entità a sé stante in quanto tale, ma per il suo ruolo all’interno del portafoglio complessivo.In tal senso non deve valutare la performance parziale delle diverse attività, ma deve misurare la performance complessiva dell’intero portafoglio.
Ogni tipo di successo nella costruzione di un portafoglio di un investitore passa, lo diremo fino alla noia, attraverso la definizione e la priorità dei suoi obiettivi.
Alla luce di quanto detto, si può affermare che ogni strategia di investimento possiede delle caratteristiche particolari ed individuali con prospettive di rendimenti/rischio diversi per orizzonti temporali.
Gli stessi investitori hanno profili di rischio differenti. Infatti un tipo di investimento può essere accettato da alcuni come può essere rifiutato da altri.
Come si vedrà tra poco tutto ciò dipende da una serie di fattori, tra cui la più importante la propensione al rischio di ogni individuo cioè quanto l’investitore sia disposto a sopportare emotivamente e finanziariamente in termini di volatilità del rendimento del proprio portafoglio .
Questo significa che il risparmiatore dovrà comprendere il giusto significato di rischio degli investimenti e delle loro relative oscillazione.
In base poi alle informazioni ricavate, si potrà decidere di quanto aumentare o diminuire la componente più rischiosa del portafoglio ovvero l’inserimento di assets azionari.
In estrema sintesi per poter comprendere la figura dell’investitore, è possibile, estremizzando, identificarlo in due tipologie :• Il primo tollera un rischio maggiore ed quindi è disposto a sopportare una forte variabilità del rendimento del proprio portafoglio nel breve periodo, con l’obiettivo di conseguire nel lungo termine, una performance superiore a investimenti caratterizzati da un basso profilo di rischio;

• Il secondo possiede un avversione al rischio e si attende dal proprio portafoglio un rendimento costante ma con poche oscillazioni, ma con un reddito contenuto nel lungo termine.