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LA RICETTA DI DRAGHI E CARDIA: UNA SOLA LINGUA PER I FONDI COMUNI

Consob e Banca d’Italia lanciano la standardizzazione del sistema dei fondi comuni come antidoto contro la crisi del settore. Le due Autorità hanno diffuso ieri un documento, risultato del lavoro congiunto iniziato nell’estate del 2008, da cui emerge come principale indicazione quella di dematerializzare le quote dei fondi comuni per favorirne la portabilità e rimuovere il principale fattore di debolezza strutturale dell’industria del risparmio gestito: la pluralità di sistemi, procedure e linguaggi adottati dalle varie Sgr. L’obiettivo finale rimane comunque quello di migliorare l’efficienza dell’industria del risparmio gestito in modo da superare le difficoltà del comparto e accompagnare l’evoluzione in atto, nel solco tracciato dalla Mifid. Intanto, secondo gli intenti espressi nel documento, il primo passo nel confronto con gli operatori avverrà nei prossimi mesi: entro giugno 2010 dovrà essere infatti predisposto un primo piano operativo in cui vengano definiti sia il linguaggio da utilizzare sia le procedore e lemodalità di standardizzazione, con particolare riguardo alla tempistica di esecuzione dei processi, alle modalità di identificazione dei soggetti, al contenuto dei flussi informati- vie dei trasferimenti monetari.

Il passo successivo avverrà invece entro dicembre 2011 quando le Autorità si aspettano che i diversi operatori di mercato diano implementazione al piano operativo: una mossa che implica l’adozione a livello di sistema di un unico linguaggio di comunicazione, oltre allo svolgimento dei processi di esecuzione degli ordini dei clienti secondo modalità e tempi uniformi. Apprezzamenti per il lavoro di Consob e Banca d’Italia sono arrivati intanto dall’Abi. L’iniziativa ha incassato subito l’applauso dell’Abi: «Il rapporto conclusivo di Consob e Bankitalia è un passo importante per rendere il sistema del risparmio gestito italiano più efficiente e competitivo. Per risollevare il mercato dei fondi, sarà importante individuare insieme la soluzione più efficiente e meno onerosa per l’industria nel suo complesso ». Intanto, rispetto ai dati di inizio anno, il mercato ha ricominciato a camminare. Lo testimoniano i numeri relativi alla raccolta del terzo trimestre che, dal risultato negativo di giugno (-1,3 miliardi), è ritornata sopra quota 2 miliardi a luglio e 2,8 miliardi in agosto, per attestarsi intorno al tetto di 1,6 miliardi di settembre.

 Vincenzo Polimeno

enzopolimeno@alice.it