Si veda una fotografia dell’investitore italiano e dei suoi atteggiamenti verso gli investimenti. Altresì siamo anche consapevoli che non si possono in breve righe spiegare personalità e dinamiche complesse del mondo degli investitori.
Generalmente nella scelte di allocazione del proprio risparmio, l’investitore italiano presta grande attenzione alle performance di breve periodo ed è influenzato dai risultati recenti, dall’andamento della congiuntura economica e dei mercati finanziari mondiali e nazionali.
Storicamente gli strumenti finanziari preferiti dagli investitori italiani sono stati i Titoli di Stato a breve scadenza, ovvero i BOT.
La ragione principale di questa preferenza è imputabile al fatto che negli anni della grande inflazione fosse necessario mettere al riparo i capitali risparmiati al fine di mantenere inalterato il potere di acquisto, e gli strumenti che meglio rispondevano a queste esigenze e fornivano apprezzabili garanzie di rimborso alla scadenza erano i Titoli di Stato nella fattispecie i BOT (con scadenza a breve) e i BTP (con scadenza a lungo termine).
Negli anni ’90 le variazioni economico-politiche (ad esempio la nascita dell’Unione Monetaria Europea e dell’Euro e la convergenza verso il basso dei tassi di interesse) hanno portato ad una più elevata capitalizzazione di borsa, ad un aumento del numero delle società quotate, ad una maggiore efficienza delle transazioni, alla nascita di nuovi strumenti finanziari e di nuovi mercati (ad esempio le contrattazioni serali after hours).
L’investitore italiano ancora un po’ scettico nei confronti della borsa (la considerava uno strumento per speculare/giocare e non per effettuare sani investimenti) si è avvicinato gradualmente, anche in seguito alla privatizzazione delle società di stato e delle fondazioni nel bancarie.Non crediamo, come detto all’inizio del capitolo, nelle categorizzazioni degli individui e soprattutto per quelle che riguardano gli investitori e la loro tolleranza al rischio.
Tutto ciò sarebbe tropo riduttivo e semplicistico, ma pensiamo invece che esistono dei modelli o meglio profili simili di comportamento degli individui. Queste persone tendono a seguire logiche, tendenze e luoghi comuni, in quanto il loro profilo psicologico comportamentale si assomiglia, ma non è assolutamente uguale tra loro.
Ogni investitore è unico e la sua unicità lo rende non simile a tutti gli altri.
Si vedano insieme i tre profili comportamentali degli investitori : i tradizionalisti, gli interessati e gli speculatori.
I primi sono quelli che considerano l’investimento finanziario come uno strumento per garantirsi una certa sicurezza, un futuro il più possibile tranquillo. Hanno un grado di autonomia nella scelta dell’investimento piuttosto basso, si limitano a mantenere invariata la composizione del portafoglio e a rinnovare gli investimenti giunti alla scadenza.
Privilegiano investimenti con un livello di rischio medio basso, di lungo periodo e completano il loro portafoglio con prodotti assicurativi. Considerano il possesso dell’abitazione come un requisito fondamentale per la loro sicurezza. Solitamente hanno un reddito e un titolo di studio medio basso, sono lavoratori dipendenti, operai, pensionati.
Gli investitori interessati alla borsa cercano di capirne il funzionamento e decidono di investire in azioni (da loro definite sicure) solo dopo essere stati rassicurati da parenti ed esperti (che godono di grande fiducia) riguardo il possibile andamento del loro investimento. Hanno un medio grado di autonomia nella scelta degli asset di portafoglio e per tutte le operazioni che esulano dal quotidiano si fanno consigliare da persone che ritengono esperte.
Solitamente hanno un livello di reddito e di studio più alto rispetto ai precedenti, sono lavoratori autonomi e dipendenti.Gli ultimi, gli spregiudicati, investono con il proposito di speculare, hanno un portafoglio molto diversificato e lavorano in un’ottica di breve periodo per poter reinvestire i guadagni di capitale.
Hanno un grado di autonomia nella scelta degli asset di portafoglio elevatissimo e si rivolgono agli esperti solo per avere qualche delucidazione riguardo il funzionamento di alcuni strumenti. Decidono in piena autonomia.
Considerano la proprietà dell’abitazione come un elemento funzionale e non un investimento. Hanno un titolo di studio e appartengono ad un ceto medio, medio-alto, sono imprenditori, liberi professionisti.
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