Ce l’hanno detto in tutte le salse, pure dalle massime autorità del pianeta: prima deve esserci la ripresa economica, e solo successivamente si avrà un miglioramento del mercato del lavoro. Ok, ma qualcosa non torna. Prendiamo il caso americano. Diversi dati macroeconomici testimoniano che la ripresa, pur con tutte le sue difficoltà, è in atto. Ora, coerentemente a quanto ci hanno spiegato, non ci aspettiamo certo una ripresa del mercato del lavoro. Però, che smetta di perdere colpi, quello sì. E invece le grandi economie continuano a registrare un’emorragia di posti di lavoro. La settimana scorsa, ad esempio, le richieste di sussidi di disoccupazione in America hanno spiazzato gli economisti, evidenziando un incremento a fronte di attese per una contrazione. Per non dire dei 508.000 occupati in meno segnalati dall’Istat. Dunque come stanno le cose? È sopravvalutata la sostenibilità della ripresa economica o i dati del mercato del lavoro sono imprecisi? Con i posti di lavoro della gente non si scherza e quindi è logico pensare che la perdita di occupati descritta dalle statistiche sia purtroppo vera. Dunque è la portata della ripresa economica a non convincere. E non è certo un caso che il Fondo monetario internazionale, proprio ieri, abbia detto che la ripresa rimane in una certa misura fragile e che è importante che le autorità mantengano un approccio improntato alla cautela.