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Investimenti e mercati

Mercati, 2018 nero: investimenti
famiglie scesi al 10% in Italia

I dati sono stati comunicati da un’indagine

Tra le principali economie dell’Eurozona, l’Italia è il Paese che nel 2018 ha registrato il maggiore calo delle attività finanziarie nel portafoglio delle famiglie arrivando a circa il 10%. Dal 2011 l’aumento di tali attività è stato di entità comparabile con quello della Spagna, ma nettamente inferiore a quello medio dell’area. I divari di crescita sono principalmente riconducibili alla più debole dinamica dei redditi e alla flessione della propensione al risparmio nei Paesi direttamente colpiti dalla crisi del debito sovrano. Lo comunica un report di Bankitalia.

I dati dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (IBF) indicano che i nuclei familiari esposti alla volatilità dei prezzi dei titoli (ossia quelli con investimenti in azioni, obbligazioni e quote di fondi comuni) rappresentano poco più del 10% della popolazione; rispetto alle altre, queste famiglie hanno redditi più elevati e dispongono di maggiori riserve di attività liquide. Le tensioni sui mercati emerse nella seconda parte dell’anno si sono associate a una riduzione degli investimenti netti in attività finanziarie di circa il 20 per cento (37 miliardi; tav. 7.1) e a un atteggiamento prudente da parte delle famiglie (come ha ricordato nell’intervista esclusiva di alcuni giorni fa l’onorevole Padoan).

Sono rimasti elevati i depositi a vista e gli acquisti di polizze assicurative a rendimento minimo garantito, mentre sono state vendute azioni e sono fortemente diminuite le sottoscrizioni di quote di fondi comuni. Anche gli investimenti nei fondi che rispettano la normativa sui piani individuali di risparmio (PIR), sostenuti fino al mese di giugno, si sono in seguito progressivamente azzerati. Nonostante la volatilità dei prezzi, sono tornati a crescere gli acquisti di titoli di Stato che garantiscono rendimenti alti ai risparmiatori che li mantengono in portafoglio fino alla scadenza.

In linea generale, gli strumenti del risparmio gestito (polizze assicurative, quote di fondi comuni e previdenziali diversi dal TFR) presenti oggi come oggi nel portafoglio delle famiglie restano molto elevati rispetto al passato (31% delle attività finanziarie; erano ferme al 17 nel 2008). Questi strumenti hanno consentito ai risparmiatori di diversificare maggiormente i rischi del portafoglio, anche attraverso più ampi investimenti sui mercati internazionali.