LIQUIDITA’. Potremmo puntare il dito sull’eccesso di liquidità, pompata dalle banche centrali, che alimenta le bolle o meglio ancora il momento non tanto idoneo per catapultarsi nel mondo borsistico. Sta di fatto che i fondi di private equity sono tornati a comprare e vendere aziende agli stessi valori del 2007. Quell’anno, passato alla storia per essere l’apice della «bolla» del private equity, i fondi in Italia acquisivano società valutandole mediamente 11,7 volte il Mol. Oggi quei prezzi sono tornati.
FONDI. Proprio ieri i fondi Eurazeo hanno rilevato il 45% di Moncler valorizzando la società 12 volte il Mol: più della media del 2007. Pochi giorni fa Rhiag, di proprietà del fondo Alpha, non ha convinto gli investitori in Borsa, ma ha trovato un altro fondo disposto ad acquistarla ai prezzi che per Piazza Affari erano troppo elevati. I fondi di private equity hanno una ‘vita’ decennale: prima raccolgono soldi dagli investitori, poi hanno cinque anni di tempo per investirli, rilevando aziende, e infine hanno altri cinque anni per disinvestirli rivendendo le società a prezzi più elevati.
Tra il 2006 e il 2007 sono state racimolate enormi quantità di denaro, ma poi i fondi non sono riusciti a usarle a causa della crisi. Dentro i fondi di tutto il mondo, stima di Morgan Stanley, c’è la bellezza di 434 miliardi di dollari non utilizzati. Ecco, dunque, il problema: per chi ha raccolto denari tra il 2006 e il 2007, i cinque anni per l’investimento stanno per scadere. Questi fondi dunque devono, a qualunque costo, comprare qualcosa: anche perché, allo scadere dei cinque anni, perderebbero una buona fetta di commissioni pagate loro dagli investitori se non hanno investito i soldi loro affidati.
MERCATO. È l’eterna legge del mercato. Se la Borsa, dove pure c’è tanta liquidità, non è disposta a strapagare le aziende, come dimostrano i casi di Rhiag e Moncler, l’unica via d’uscita è di vendere le aziende ad altri fondi: quelli disposti a pagare qualsiasi cifra pur di fare operazioni. Il fenomeno è globale. E, probabilmente, anche italiano. Che succederà quando i fondi, che oggi comprano, dovranno rivendere tra qualche anno e dovranno farlo a prezzi ancor più alti?
Non tutti però cedono agli allarmismi: il multiplo di 12 volte il Mol pagato per Moncler, per esempio, è in linea col mondo della moda (dove si vedono multipli anche più alti). C’è una logica dei numeri, si dice. Può darsi. Il problema è che queste giustificazioni si sono già sentite.