La soglia di attenzione non si abbassa. La spia sulla crisi dei debito sovrani in Europa resta accessa sul rosso. Moody’s non cambia idea sulla Spagna.
BANCHE SPAGNOLE E CRISI. L’agenzia di rating mantiene l’outlook negativo sul sistema bancario iberico. L’agenzia di rating ritiene che "la loro capitalizzazione, la redditività e il loro accesso al mercato del finanziamento resteranno deboli" nei prossimi mesi. Le prospettive per il sistema bancario spagnolo rimangono negativo in quanto la redditività sarà "messa a dura prova", a causa della caduta della domanda di prestiti e del basso livello di capitalizzazione. Il settore bancario del Paese, registra un deficit di capitale netto di 17 miliardi di euro (22,5 miliardi dollari), sulla base di un calcolo che presuppone un minimo al 8% Tier 1 capital ratio, Moody’s continua dicendo nella sua relazione che il Tier 1 capital ratio è un indicatore chiave della solidità finanziaria. Gli istituti di credito spagnoli sono alle prese con i difficili crediti inesigibili, la debole domanda di credito e maggiori costi per il finanziamento sia all’ingrosso che al dettaglio mentre il paese cerca di tagliare il deficit di bilancio che rappresenta il terzo più grande dell’area euro e sta cercando di uscire dalla peggiore recessione degli ultimi 60 anni. Le banche del paese hanno riconosciuto svariati miliardi di perdite per svalutazioni e utilizzo delle riserve.
IL GIUDIZIO NEGATIVO. L’outlook negativo di Moody’s esprime l’opinione dell’agenzia di rating sulla probabile direzione futura delle condizioni fondamentali del credito del settore nei prossimi 12-18 mesi. Con l’economia spagnola che è ormai decisamente in recessione (il Pil si è contratto dello 0,7% nel quarto trimestre 2008) e dovrebbe rimanervi per tutto il 2011, accompagnata da continui bruschi aggiustamenti del settore immobiliare e costruzioni, Moody’s ritiene che la qualità degli asset continuerà a deteriorarsi in tutte le classi di asset. "Questo innescherà requisiti di accantonamenti più alti e una riduzione della capacità delle banche di assorbire il rischio, in termini di più debole adeguatezza patrimoniale, minori riserve per perdite su prestiti generici e utili depressi".