L’emorragia di posti di lavoro si è quasi arrestata. Nel primo mese del 2010 l’economia a stelle e strisce ha fatto registrare una diminuzione di 20mila unità per quel che riguarda i posti di lavoro, dopo il calo di 150mila unità registrato in dicembre, dato rivisto dalla precedente lettura di 85mila unità. Il risultato è però peggiore delle attese degli economisti, che stimavano la creazione di 15mila posti di lavoro nel primo mese dell’anno.
Il tasso di disoccupazione, invece, è inaspettatamente migliorato, attestandosi al 9,7% della popolazione attiva rispetto al 10% di dicembre. Il miglioramento
è dunque da attribuirsi a quei disoccupati di lungo periodo che sono scivolati fuori dalla statistiche ufficiali. Il dipartimento del Lavoro Usa ha rivisto al rialzo il numero di posti distrutti nell’intero 2009, pari a 4,823 milioni. Si tratta di un calo dell’occupazione del 3,6%, come non avveniva dal 1945. Dall’inizio della recessione, ovvero dalla fine del 2007, l’America ha visto calare i posti di lavoro di circa 8,4 milioni di unità. A gennaio i settori che hanno risentito maggiormente della crisi sono stati quello delle costruzioni, dei trasporti e dei depositi, mentre il comparto del commercio e quello dei servizi temporanei hanno creato nuovi posti di lavoro. L’occupazione è cresciuta in vari settori, in quello manifatturiero è stato registrato il primo aumento dal gennaio 2007 ma la strada è ancora dissestata e piena di ostacoli.
VINCENZO POLIMENO