L’Europa sta imponendo alla Grecia una via ben precisa che preveda misure aggiuntive per risanare le sue finanze pubbliche. Atene si è assunta l’obbligo di ridurre di quattro punti il disavanzo entro la fine del 2010. Ha prevalso la linea dura della Germania, cui si sono affiancate l’Austria e i Paesi nordici, i quali chiedono un’azione ancor più rigorosa da parte del Paese ellenico. Il presidente dell’eurogruppo Juncker ha affermato che i cittadini europei non sono disposti a sopportare i costi degli errori greci.
Entro il 16 marzo la Grecia dovrà presentare una cura anti-deficit ancora più drastica, se i conti pubblici dovessero subire un ulteriore deterioramento. Alla metà del prossimo mese Atene dovrà infatti consegnare il primo rapporto sullo stato di attuazione del programma di stabilità e dei provvedimenti già adottati.
La prossima settimana i rappresentanti della Commissione Ue voleranno nella capitale greca assieme agli esperti del Fondo Monetario Internazionale per verificare già ora i primi risultati del governo greco.
Alle fine dell’anno appena concluso il rapporto deficit/Pil della Grecia è arrivato al 12,7, e il governo si è impegnato a riportarlo a meno del 3% entro il 2012. attraverso l’azione su su tre direzioni:
1) aumento delle imposte sui carburanti
2) taglio degli stipendi pubblici
3) riforma delle pensioni
Provocando subito non poche tensioni sociali. Nonostante tutto però il programma del governo greco per risanare i conti risulta insufficiente a detta di Svezia e Germania che chiedono ulteriori misure per ridurre il disavanzo greco.
Secondo Juncker, misure supplementari potrebbero anche includere un rincaro dell’Iva e delle accise sui beni di lusso e sui prodotti energetici.
La Grecia è ormai sorvegliata in Europa e dopo la prima verifica del 15 marzo, ce ne saranno altre con cadenza trimestrale. Nessuna indicazione è ancora giunta invece su eventuali aiuti finanziari ai greci.
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