Un copione per molti versi prevedibile e un compito difficile da assolvere : convincere repubblicani e democratici a lavorare insieme, rispolverando la speranza e il sogno a cui il presidente americano si aggrappa nei momenti difficili.
OBAMA E DEFICIT. Sono questi gli ingredienti del discorso sullo Stato dell’Unione che Barack Obama pronuncera’ stasera, alle 21 (le 3 di notte in Italia), l’ora di massimo ascolto televisivo e a reti unificate: l’economia, gli sforzi per rimettere in ordine i conti americani limando un deficit fuori dai livelli di guardia e il rilancio del mercato del lavoro affossato da un tasso di disoccupazione ancora oltre il livello di guardia (in calo al 9,4% in dicembre, nonostante le 103.000 assunzioni) saranno i temi principali del discorso annuale, il secondo da quando e’ alla Casa Bianca.
IL PIANO. Il presidente, che non dovrebbe delineare un piano specifico, cerchera’ piuttosto di fissare le linee guida del dibattito politico ed economico da qui al voto del 2012: scontato che chieda un sacrificio comune ad entrambi i partiti, forse tendendo la mano ai repubblicani su una possibile riduzione delle imposte sulle aziende nell’ambito della prevista revisione del codice fiscale. Obama, come ha lasciato intendere il discorso radiofonico del sabato nel quale la parola "lavoro" e’ stata pronunciata 18 volte, battera’ con decisione sul tasto piu’ dolente dell’economia americana, facendo di "competitivita’ e investimenti" la chiave di volta per la creazione occupazione e sfidando i repubblicani a opporsi alla richiesta di nuove spese in aree fondamentali per il futuro del Paese.
GLI OSTACOLI. La strada sara’ tutt’altro che priva di ostacoli: nel corso del fine settimana il leader di minoranza al Senato Mitch McConnell ha gia’ alzato un muro spiegando che "non e’ il momento per chiedere un aumento delle spese federali". La risposta ufficiale al discorso di Obama sara’ affidata al presidente della commissione bilancio della Camera Paul Ryan, che secondo indiscrezioni dovrebbe parlare della necessita’ di un Governo piu’ agile e meno invadente e chiedere un ridimensionamento di alcuni dei programmi piu’ costosi, come il Medicare (quello che garantisce assistenza agli americani con piu’ di 65 anni).
CONCLUSIONI. Il discorso e’, come ogni anno, frutto di intenso lavoro, attivita’ di lobby di vari gruppi di interesse ed espressione di quelle che sono le priorita’ del presidente, che tira le somme dell’anno concluso e getta le basi per il lavoro di quello successivo. Secondo indiscrezioni, Obama ha cominciato a lavorare con il suo migliore speechwriter, Jon Favreau, e David Axelrod, subito dopo la sonora sconfitta alle elezioni di meta’ mandato dello scorso novembre: avrebbe prima delineato i temi, quindi rivisto personalmente le bozze del discorso, di frequente inviando note, se non intere frasi, ai suoi collaboratori via e-mail e con il suo Blackberry.
Come racconta il New York Times, Obama ha tirato fuori la propria indole di scrittore, in questo senso distinguendosi dal suo predecessore democratico Bill Clinton che preferiva esprimere a braccio il proprio pensiero.