NELLA SETTIMANA che si appresta ad entrare il parlamento greco si troverà a dover approdare le durissime misure di austerity (mercoledi’ prossimo), con i mercati che sembrano disposti a concedere un po’ di tregua ma restano molto nervosi, e dove si accelerano i negoziati tra i governi dell’Eurozona e le banche per raggiungere un accordo sul ‘roll-over’ del debito ellenico in scadenza.
SOLUZIONE FRANCESE. E’ sul tavolo la ‘soluzione francese’ confezionata dal Tesoro, organizzazioni bancarie e delle assicurazioni: per ogni titolo in scadenza rimborsato nei prossimi tre anni (a fine 2014 ci sono titoli in scadenza per 76,5 miliardi) sarebbe reinvestito il 70% dell’ammontare restituito. Di questo 70% la meta’ sarebbe investita in obbligazioni greche a 30 anni, il restante 20% sarebbe utilizzata a garanzia del nuovo debito.
IL TASSO delle nuove obbligazioni sarebbe vicino a quello delle emissioni dell’Efsf che hanno la tripla A. Il governo tedesco ha salutato iniziative "private" come quella francese. A conclusione di ciò c’è stato un primo summit a Roma convocata dal dg del Tesoro Vittorio Grilli in qualita’ di presidente del Comitato economico-finanziario con i rappresentanti di tutti i paesi dell’Eurozona e Charles Dallara, direttore dell’Institut of International Finance, la lobby internazionale delle banche.
Tutti chiusi tre ore in una stanza per verificare i pro e i contro, bocche stracucite, ma l’indicazione dall’Eliseo e’ che la proposta francese sta ricevendo consenso anche se un banchiere del calibro di Josef Ackermann di Deutsche Bank ha tenuto a precisare oggi che la ‘soluzione francese’ e’ solo una delle varie opzioni di cui si sta discutendo.
ASPETTI DELICATI Uno degli aspetti piu’ delicati della partecipazione delle banche al ‘roll-over’, a parte la necessita’ che ogni mossa decisa non venga giudicata un ‘credit event’, cioe’ una iniziativa volta a mascherare un fallimento perche’ di fatto imposta dai governi, e’ la richiesta delle banche tedesche che per una operazione del genere ci siano delle garanzie pubbliche magari attraverso l’Efsf.
Ci si aspetta che fra il 3 luglio, quando si riunira’ l’Eurogruppo per sbloccare la quinta ‘tranche’ di 12 miliardi del vecchio prestito ad Atene, e l’11, quando si riuniranno di nuovo i ministri finanziari, sara’ presa una decisione di massima sul modo di procedere. Sempre che, beninteso, il parlamento greco sostenga l’ultimo pacchetto Papandreu (tagli per 28,6 miliardi fra il 2012 e il 2015, privatizzazioni per 50 miliardi). Sui mercati c’e’ scetticismo anche se la settimana si e’ aperta con uno spirito di tregua.
IL MINISTRO delle finanze tedesche Wolfgang Schaueble ha fatto capire che ci si prepara a ogni eventualita’: "Facciamo tutto cio’ che e’ in nostro potere per evitare una ‘escalation’ pericolosa per l’Europa, ma nello stesso tempo tutto deve essere pronto per affrontare il peggio", ha dichiarato al giornale Bild am Sonntag. Qualche fonte a Bruxelles allude a un ‘piano B’ nel caso in cui il parlamento greco non sostenga il piano della ‘troika’, ma il ‘piano B’ non sara’ in ogni caso un ‘default’.
Inoltre, ci sono molti segnali che indicano come il rischio contagio si stia ampliando. La ministra delle Finanze spagnole Elena Salgado ha dichiarato esplicitamente che Spagna e Italia stanno pagando la crisi piu’ duramente degli altri paesi Eurozona (a parte naturalmente Portogallo e Irlanda). E cresce l’insofferenza per le mosse delle agenzie di rating che uno dopo l’altro prendono di mira il debito sovrano dei paesi ‘core’ dell’unione monetaria e le banche.
OGGI e’ toccato al presidente dell’Abi Giuseppe Mussari ribadire come i giudizi sulle banche italiane (Moody’s ha messo sotto revisione il rating sul debito a lungo termine di 16 istituti in vista di un possibile’downgrade’) non siano suffragati da numeri e, di conseguenza, siano ingiustificati, vista l’ondata di aumenti di capitale.