Buco normativo nella riforma proposta dal governo può causare un blocco allarmante
Il mondo del risparmio gestito è in ansia per uno dei prodotti che più ha fatto breccia nel cuore degli investitori italiani e che ora rischia di restare bloccato per un po’: i Pir. La manovra, infatti, ne ha modificato i tratti senza però approntare i decreti attuativi. Provvedimenti che l’esecutivo dovrà emanare entro aprile, tempi biblici per un mondo che viaggia a velocità supersoniche come quello dei mercati. A riportare la notizia è Il Sole 24 Ore.
Dunque, per un investitore che oggi volesse sottoscrivere un piano individuale di risparmio con le nuove regole, le emissioni sono bloccate. Al momento non c’è un mercato con prodotti conformi alla nuova normativa. Questo perché sono state congelate le vecchie regole ma mancano ancora le nuove. Ciò che non manca, purtroppo, è la costante sensazione di “work in progress” che accompagna molti dei provvedimenti sinora proposti dal governo gialloverde. A farne le spese, ancora una volta, saranno il Paese e il tessuto imprenditoriale. Perché il blocco di un prodotto che negli ultimi due anni ha raccolto circa 15 miliardi non può che generare perdite ingenti.
Pare comunque che l’esecutivo stia lavorando per colmare il buco normativo. Le opzioni sul banco sono due: predisporre una deroga con una norma transitoria tramite il Dl semplificazioni ora al Senato, che comunque per tempi legislativi non potrebbe essere effettivo prima di febbraio; chiedere un po’ più di pazienza al settore e con un decreto attuativo “sprint” cercare di risolvere entro il mese di febbraio. Per ora, il mercato dei Pir resta al palo.