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Economia e Dintorni

Polemiche sugli stress test. Parla Roubini

Stress test archiviati ma le polemiche degli analisti si fanno sentire. Roubini lancia allarme sui titoli governativi .

LA VALIDITA’ DEI TEST ? “Gli stress test hanno confermato come le banche siano in buona salute e per il momento non c’è bisogno di ulteriori verifiche”. Queste sono le parole di Wolfgang Schaeuble, ministro delle finanze tedesco. Mentre Jean Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo respinge le accuse provenienti da molti analisti  sugli stress teste dichiara come le verifiche siano state eseguite in maniera impeccabile e professionale e senza favoritismi.  Anche per il governatore del Banco di Spagna, Miguel Ordonez , gli stress test non sono da ripetere in quanto sono stati costruiti secondo i migliori standard di valutazione. Il governatore aggiunge, nell’intervista, come  il fondo statale spagnolo sia in grado di far fronte alle necessità di capitale per alcune casse di risparmio spagnole che non hanno passato gli stress test.

PARLA L’ECONOMISTA – Ma la doccia fredda  arriva dal famoso economista  Nouriel Roubini, il quale ha lanciato un nuovo allarme. Secondo Roubini i criteri utilizzati dalle autorità europee  non erano realistici ed inoltre, il rischio legati ai titoli governativi è stato di gran lunga sottovalutato.
Roubini aggiunge  «tempesta» provocata dai disavanzi, si potrebbero aggiungere  anche le difficoltà delle aziende nel generare profitti e la stagnazione del mercato del lavoro. «Tutto ciò rischia di portare l’economia globale a dover fronteggiare un colpo di coda della crisi». Nonostante ciò, l’economista ha confermato la sua stima secondo cui l’economia americana potrebbe raggiungere una fase di recupero già entro la fine del 2009.  Sempre secondo l’economista che per primo aveva preannunciato la crisi attuale   «Nelle simulazioni effettuate dal governo americano sugli istituti di credito, si immaginava un tasso di disoccupazione non superiore ad una media annuale del 10.3% – ha sottolineato ancora Roubini -, mentre la realtà ci dice che probabilmente l’emorragia occupazionale potrebbe portare il dato oltre l’11%».