Il comparto più ricco dell’assicurativo mantiene le sue certezze, tra cui i tanti benefici per la pianificazione successoria
Le polizze vita, dopo un periodo piuttosto agitato, hanno ritrovato la propria tranquillità: con il recepimento della normativa Idd le unit linked sono state definite, assieme a quelle di ramo I e multiramo, prodotti assicurativi d’investimento. Non sono quindi assimilabili ai prodotti finanziari, come aveva sancito una recente sentenza della Cassazione di cui vi avevamo parlato. Una bella notizia per il comparto più ricco dell’assicurativo, uno status costruito nel tempo grazie ai tanti vantaggi offerti ai risparmiatori in campo successorio.
Le polizze vita, infatti, sono molto convenienti per la pianificazione successoria quando si tratta di trasferire somme oltre il milione di euro o nel momento in cui si desidera lasciare denaro anche ai non eredi (rispettando i criteri previsti dalla legge). Un altro beneficio delle polizze sono i tempi più rapidi di liquidazione rispetto a quelli previsti dalla successione. Una mano tesa ai superstiti, che possono ritrovarsi ad affrontare subito spese importanti. Last but not least, l’esenzione dall’imposta di successione: un beneficio ormai riconosciuto.
Insomma, ci sono tutti i presupposti perché il mercato delle polizze vita continui a navigare a vele spiegate nel mare del successo. Le assicurazioni sulla vita, infatti, solo nel 2017 hanno raccolto 100 miliardi di euro. E poi, ci sono i numeri impressionanti presentati in settimana dall’Ania in occasione della relazione annuale. Gli investimenti degli assicuratori italiani hanno raggiunto 850 miliardi di euro, pari al 50% del Pil. Quasi 2/3 di essi sono a fronte delle polizze vita tradizionali, le quali hanno reso in media, il 3%. Una cifra niente male.