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Private banking, l’evoluzione
dal digitale alla sostenibilità

I trend rivolti al futuro

Anche nel segmento più ricco degli investimenti, ovvero quello Private, il futuro sarà legato a doppio filo a digitale e sostenibilità. A rivelarlo è uno studio pubblicato da AIPB, che ha appunto evidenziato il rafforzarsi di queste convinzioni tra i professionisti del settore. E fornito un’ulteriore conferma su quanto sarebbe importante per i consulenti finanziari partecipare al nostro nuovo Master sulla Finanza Sostenibile (clicca qui per iscriverti subito).

Il dettaglio sulla ricerca

AIPB, Associazione Italiana Private Banking, ha pubblicato uno studio realizzato in collaborazione con Strategy&, società di consulenza strategica del Network PwC, che ripercorre i principali trend in atto nel settore e punta ad analizzare l’evoluzione dell’industria. Lo studio, intitolato “Il futuro del Private Banking: leadership, talenti e innovazione”, inquadra nel periodo di forte incertezza che stiamo vivendo, le principali evidenze emerse dalla survey condotta sui responsabili del Private Banking associati ad AIPB, operatori i cui asset in gestione risultavano pari a 880 miliardi di euro a settembre 2020.

Il cambiamento della consulenza

Il report rende ancora più esplicite le strade aperte e le prossime sfide che l’industria si prepara ad affrontare: le scelte possibili per sostenere la crescita del settore riguardano gli ambiti di evoluzione della consulenza e il ruolo di supporto della tecnologia, la necessità di un allungamento dell’orizzonte temporale dei portafogli della clientela, l’evoluzione dei processi di investimento improntati alla sostenibilità e al finanziamento dell’economia reale, il ruolo centrale e imprescindibile dell’aggiornamento professionale (la formazione, per l’appunto; un tassello fondamentale).

La visione positiva del settore

Dai responsabili del Private Banking emerge una visione positiva e di fiducia. Infatti, il 79% degli operatori, che ha partecipato all’indagine, si aspetta che all’attuale momento di crisi faccia seguito una lenta ripresa, l’8% si mostra ancor più ottimista, prevedendo una rapida ripresa, mentre solo il 13% ipotizza un danno strutturale. L’attrattività del settore viene confermata dall’alto potenziale attribuito dagli investitori all’industria private, come mostrato dalla presenza di un valore di mercato superiore ad altri modelli di offerta, e dalla sua elevata profittabilità settore nel panorama dei servizi finanziari.

L’accelerazione fornita dal Covid-19

Il Covid-19 ha impresso un’accelerazione ad alcune evoluzioni già in atto nel settore, come ad esempio: le modalità di interazione con i clienti; la gestione dell’operatività; lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi di consulenza e gestione patrimoniale. Una operatività che sarà sicuramente impattata da una straordinaria crescita del digitale (il 92% degli operatori private si attende una forte crescita degli investimenti in questo ambito) e riguarderà – in maniera particolare – la creazione e l’identificazione di strumenti e soluzioni per la relazione tra banker e cliente oltre a strumenti e piattaforme per il private banker.

Il largo consenso dell’Esg

Allo stesso tempo, analizzando i prodotti, le priorità degli operatori sono rivolte in primis all’integrazione di criteri Esg nella selezione dei prodotti (priorità alta per il 79% dei rispondenti) e all’evoluzione della gamma verso prodotti illiquidi che investono in economia reale (priorità alta per il 50% dei rispondenti). Percentuali importantissime, soprattutto per la finanza green. Un’ulteriore spinta motivazionale per i consulenti, che a nostro avviso non dovrebbero perdere altro tempo prima di iscriversi al nostro Master sul tema (clicca qui per registrarti) realizzato in collaborazione con Altroconsumo.