Nell’ultimo quadrimestre i mercati finanziari, conseguenza della crisi di liquidità, hanno fatto registrare una forte volatilità e conseguentemente hanno reso difficile prevedere l’andamento delle performances di molti assets di investimento, soprattutto di quelli rischiosi .
La volatilità che ha contrassegnato questo primo periodo dell’anno e lo ha reso uno dei peggiori per molti gestori hedge, ha fatto riflettere sulle reali capacità dei fondi di essere performanti in ogni situazione, infatti solo pochi sono stati in grado di prevedere adeguatamente l’andamento delle performances degli investimenti, mentre molti hanno clamorosamente fallito il loro obiettivo, ottenendo rendimenti negativi.
Lo stesso Mick Gilligan, cheaf of “fund research at Killik & Co”, sottolinea come dai dati in suo possesso, molti fondi hedge avessero già ottenuto, prima dell’inizio dell’anno, dati di rendimento negativi, ulteriormente aggravatisi nel primo quadrimestre di quest’anno, dove le condizioni particolari di non liquidità del mercato hanno reso difficili i disinvestimenti e percio’ amplificato le performance negative dei fondi. Lo stesso Mick Gilligan, tiene infatti a precisare dalle interviste rilasciate, come solo c.a. il 40% dei fondi hedge sia riuscito ad ottenere risultati apprezzabili.
Le voci dei protagonisti e su tutte quella di Martin Baxter, gestore del “fund of hedge funds at Collins Stewart”, evidenziano nelle interviste rilasciate ai piu’ importanti quotidiani di informazione finanziaria, come la volatilità del mercato fosse in grado di far guadagnare ottimi rendimenti un giorno ed il giorno seguente far ribaltare completamente in negativo i risultati ottenuti il giorno prima.
Vi era percio’ tra gli addetti ai lavori una forte insicurezza nel muoversi tra le posizioni di investimento. Questa insicurezza si amplificava poi su posizioni di lungo periodo, sia perchè contrassegnate maggiormente dall’uso della leva sia in quanto legate proprio alle previsioni degli analisti, i quali evidenziavano mancanza di liquidità sul mercato, contribuendo cosi’ ad offuscare lo spirito dei gestori.
Queste difficili condizioni sono state ulteriormente aggravate dal comportamento delle banche.
Comportamento che ha inciso su una delle strategie cardini dei fondi hdege, cioè sulla leva finanziaria. Le stesse infatti hanno agevolato in passato l’indebitamento dei fondi hedge, permettondo cosi’ ai fondi di incrementare ed ampliare il loro portafoglio di investimento, mentre nell’ultimo periodo hanno ridotto la loro esposizione di rischio aumentando i tassi di interesse per l’indebitamento. Conseguenza di cio’ è stato il limitato accesso al credito che ha ulteriormente diminuito la liquidità dei fondi.
Si è innescata cosi una spirale che ha risucchiato molti gestori hedge.
Essi peraltro hanno dovuto, come precisa Gilligan, trovare strade alternative per ritrovare la liquidità necessaria e il relativo equilibrio del loro fondo. Sono stati cosi’ costretti a vendere assets in momenti non profittevoli per tali investimenti. Questa vendita forzata ha ulteriormente aggravato le posizioni.
Si sono infatti create situazioni di arbitraggio non governabili dal mercato e fortemente sfavorevoli ai fondi hedge che sono stati costretti a disinvestire a prezzi inferiori di quelli previsti.
Il risultato è stato ovviamente il crollo delle performance sia per molti fondi hedge che per molti fondi di fondi hedge.
La loro quotazione sul mercato, come dimostra la Dexion Absolute fondo di fondo hedge quotata nel FTSE-250 indice che raggruppa tutte le imprese in grado di gestire un portafoglio pari a £700 milioni, è diminuita di 4.6 punti percentuali.
I fondi che hanno comunque visto le perdite piu’ consistenti, come sottolinea sempre Gilligan, sono stati i fondi con posizioni aperte su lungo periodo e che hanno fatto largo uso uso della leva finanziara, infatti “ l’highly-leveraged CMA Global Hedge fund” ha visto ridursi dell’8% il valore dimensionale del suo portafoglio e contemporaneamente ha visto diminuire di 6 punti percentuali il valore di mercato delle proprie azioni.
Lo stesso Gilligan in alcune interviste rilasciate, ha evidenziato come il mercato degli hedge fond fosse stato guidato dai fondi equity-based strategies, coloro cioe’ che sono stati maggiormente colpiti dai problemi di liquidità, mentre i fondi che sono riusciti meglio a affrontare le traversie sono stati quelli che hanno contrastato l’andamento del mercato sviluppando diverse strategie e diversificando percio’ i loro investimenti, razionalizzando cosi il β di mercato. Tra questi possiamo includere: “Thames River Hedge Plus, the Absolute Return Trust e Invesco Perpetual Select Hedge”.
Anche i fondi Macro, che si occupano principalmente di investire nel mercato dei cambi, hanno tratto vantaggio dalla situazione e tra questi possiamo annoverare il “BH Macro”, che ha visto crescere del 12 % i suoi rendimenti nel periodo considerato.
In conclusione possiamo riassumere come questo periodo di forti congiunture negative per i fondi hedge, dovute essenzialmente dalla mancanza di liquidità sul mercato che ha generato spirali perverse come le vendite forzate di assets anche strategici per i fondi, abbia messo in luce debolezze forti del settore dei fondi hedge e come percio’ sia importante conoscere esattamente la struttura del portafoglio di investimento del fondo per capirne la solidità.