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Quanto rende fare il consulente indipendente ?

In quest’ultimo periodo si parla tanto di consulenza  finanziaria indipendente, una libera professione, come quella degli avvocati o dei notai,  svincolata da budget aziendali,  da vincoli e legami di ogni sorta con società mandanti e case prodotti. A chi non è mai balenato per  la testa, di lasciare la professione di promotore finanziario oppure quelle del dipendente di banca per intraprendere l’attività del consulente indipendente? Neofiti ed esperti di questo settore concordano nell’affermare che quella del consulente sia una professione affascinante  ma non priva di difficoltà, soprattutto quelle legate all’avvio, in quel mondo  sempre più competitivo dei servizi finanziari.

L’introduzione della Mifid  ha reso l’attività di consulenza finanziaria un servizio di investimento alla stregua della gestione di portafogli e della negoziazione. Un servizio altamente personalizzato che ha bisogno per essere vincente di professionalità e non d’improvvisazione. Ma quanto e da dove guadagna un consulente finanziario indipendente ? in quest’articolo si cercherà di delineare un identikit del consulente finanziario indipendente.

Partendo dal presupposto che per ogni cliente vadano riservate almeno tre giornate all’anno di consulenza personalizzata  e in un anno si possano calcolare 220 giorni lavorativi, il consulente finanziario potrà avere a sua disposizione non più di  settanta clienti. Numero sicuramente inferiore rispetto a un promotore finanziario o a un dipendente di banca ma che permette una consulenza personalizzata e accentrata sulle dinamiche delle esigenze del cliente.

Un promotore finanziario medio italiano  ha nel suo portafoglio tra i 150 e i 250 clienti mentre un dipendente di banca ha a sua disposizione (il numero cambia da Istituto e Istituto e da filiale a filiale) all’incirca tra i 300 e i 400 clienti.
Di contro il portafoglio medio per cliente di un consulente indipendente deve essere superiore a quello di un promotore finanziario, infatti, deve aggirarsi tra i 250 e i 600 mila euro per cliente ma  senza altro inferiore rispetto a quello della clientela private.
Ma a questo punto facciamo due calcoli,  per analizzare i ricavi del consulente indipendente.

Se anche in Italia i costi per cliente rimarranno simili a quelli degli altri paesi, allora il consulente potrà percepire provvigioni che variano tra lo 0,4% e lo 0,8% del patrimonio oggetto di prestazione di consulenza finanziaria, allora Il reddito  annuo del consulente oscillerà tra 84  e 280 mila euro lordi. (nella figura vengono riportate ipotesi di ricavi potenziali su 70 clienti)

La domanda successiva a quella relativa ai possibili introiti dei consulenti indipendenti  è quella di stabilire se effettivamente gli investitori vogliano affidarsi poi alla consulenza personalizzata, rispetto ai canali  tradizionali come lo sportello di banca e lo stesso promotore finanziario. Basta pensare, secondo recenti indagini, che l’81% dei clienti si ritiene soddisfatta del rapporto con il proprio gestore (promotore finanziario) e il 67% non ha intenzione di cercare vie diverse da quella percorsa fino ad ora. Una clientela fedele al gestore o al promotore finanziario difficile da portare via per i nuovi consulenti indipendenti. Ma come ogni nuova iniziativa intrapresa, solo il tempo riuscirà a modificare le abitudini della clientela verso strade non ancora battute.