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Rating Esg, c’è ancora troppa
divergenza nelle valutazioni

La differenza sta negli occhi di chi guarda

Proprio come accade per la bellezza, sembra che anche ciò che costituisce un buon performer ESG stia negli occhi di chi guarda. La mancanza di una definizione chiara e univoca di cosa si intenda per sostenibilità fa sì che, a differenza di quanto accade per altri rating, ad esempio quello del merito creditizio, quando si parla di ESG spesso si notano discrepanze tra rating delle diverse agenzie.

I vari modi di valutare investimenti green

Sappiamo che è possibile integrare i criteri ESG nel processo decisionale degli investimenti in una varietà di modi. Un metodo popolare è l’approccio di selezione “best in class” o “worst in class” che, in seguito alla classificazione dell’universo in base al punteggio o al rating ESG, esclude o seleziona, rispettivamente, le aziende con la performance peggiore o migliore. Di conseguenza però, l’universo investibile cambia in base al metodo utilizzato dal provider che abbiamo selezionato.

Il trend evidenziato anche da uno studio

Inoltre, uno studio della Harvard Business School afferma che il maggior disaccordo tra i provider ESG si verifica quando il rating è più alto o basso rispetto alla media. Ciò significa che, a seconda del fornitore, una società potrebbe essere valutata come un top ESG performer secondo una metodologia di analisi, ma risultare invece un “laggard” utilizzandone uno diverso. Quindi, la conoscenza della metodologia utilizzata dalle agenzie di rating da un lato, e una profonda conoscenza delle dinamiche ESG, dall’altro, sono essenziali per una corretta interpretazione dei dati.

L’ostacolo alle mosse green delle aziende

La divergenza nei rating, infatti, potrebbe anche ostacolare l’ambizione delle aziende di migliorare la loro performance ESG, perché ricevono segnali contrastanti circa le azioni che ci si aspetta debbano prendere e il modo in cui le decisioni aziendali verranno valutate dal mercato. Quindi, un dialogo attivo e costruttivo costante con le società in cui si investe sono elementi utili per comprendere il loro impegno reale in termini di ESG.

L’importanza della comprensione dei rating

Se dunque la mancanza di uniformità nei rating dei profili ESG delle aziende è uno scoglio, avere una buona comprensione di come questi rating sono costruiti, si rivela fondamentale. Questo è importante sia nella fase di selezione di un provider ESG, sia in seguito, durante la costruzione di un portafoglio ESG altamente performante. Che si opti per un approccio ESG o SRI quantitativo o fondamentale, farsi guidare dalla ricerca e comprendere le valutazioni, come queste sono costruite e perché si verificano differenze nei rating è essenziale per ricavare informazioni corrette dai dati. Una buona abitudine utile quindi anche nel combinare i rating di diversi fornitori.

L’aiuto dalla regolamentazione europea

A questo proposito, le autorità di vigilanza stanno anche considerando di richiedere ai fornitori di dati requisiti più rigorosi, specialmente riguardo alle metodologie utilizzate nelle loro analisi. Con l’arrivo della nuova regolamentazione europea sulla finanza sostenibile, diverse metriche ESG diventeranno più oggettivamente quantificabili, mitigando situazioni di possibile incertezza. Insieme alla proposta di tassonomia dell’Unione Europea delle attività sostenibili, nei prossimi mesi e anni ci aspetta senz’altro un maggiore consenso sulla performance ESG.