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Investimenti e mercati

Report settimanale sui mercati finanziari

Stop and go??? Ai posteri l’ ardua sentenza affermavano i vecchi antichi. I mercati finanziari internazionali, questa settimana, hanno subito una battuta d’arresto dopo settimane e settimane di rialzi (basti pensare che solo l’ indice indiano Sensex ha chiuso in territorio positivo mentre tutti gli altri indici ha terminato l’ ottava in decisa lettera). A subire i maggiori ribassi, sugli altri listini, il comparto bancario, dove alcuni analisti hanno giustificato la fase correttiva con l’esito degli stress test in Usa, che ha visto 10 dei 19 istituti messi sotto esame “bisognosi” di una ricapitalizzazione, ma oo non sono della stessa opinione. A livello europeo la piazza peggiore è stata Parigi con il CAC40 che ha fatto segnare una performance negativa del 4.33%, seguita dall’ indice tedesco, il DAX30 (-3,59%) ed infine dall’ indice inglese FTSE100,  che ha terminato le contrattazione con un -2,55%. In questa ottava dobbiamo segnalare in denaro solamente il settore dell’ health care (+2,19%), il settore alimentare (+1,72%) e il settore delle tlc (+0,18%) mentre in lettera segnaliamo il settore delle risorse di base (-9,55%), il settore automobilistico (-8,17% legato alle notizie negative provenienti da Oltreoceano per la questione GM oramai vicina alla bancarotta) ed infine quello bancario (-7,72% dove hanno ritracciato i principali titoli presenti nello Stoxx 50 con ribassi superiori ai 5 punti percentuali).

Piazza Affari chiude dopo nove settimane consecutive il bilancio settimanale in lettera con lo S&P/Mib (-4,69%), con un recupero riuscito proprio nelle ultime ore di contrattazione della seduta conclusiva, mantenendo così il nostro indice principale in territorio positivo il bilancio da inizio anno (+0,45%). Fra i titoli maggiori si mettono in evidenza A2A (+6,55% sono state le ultime due sedute a determinare il risultato positivo, eppoi scontato  è stata la trimestrale a cambiare l’umore del mercato, dove si è notato in crescita sia il fatturato (+14%) che il MOL (+11%), in calo invece l’utile netto, ma solo per effetto della Robin Tax. Al mercato sono piaciute anche le previsioni del DG Ravanelli che vede, per l’anno in corso, risultati in linea con quello appena trascorso), Mediaset (+2,86% il titolo si trova in un momento molto particolare, a mio avviso quasi decisivo, negli ultimi tre giorni di contrattazione si sono scambiati in totale 88,5 milioni di pezzi. Volumi simili non si riscontravano dal maggio 2005. Tutto ciò arriva in concomitanza con una “strana” dichiarazione di Confalonieri (“per niente pentito di non aver venduto l’azienda a Rupert Murdoch”), Parmalat (+2,81% una trimestrale da applausi. Merito di questo brillante risultato è tutto da attribuire a Enrico Bondi, il mega manager che ha preso in mano un marchio “sputtanato” ed in brevissimo tempo gli ha ridato una grande dignità. Standing ovation). In rosso, invece: Bulgari (-17,45% una settimana disastrosa per il titolo del lusso, cinque ribassi e cinque prezzi di chiusura inferiori a quelli di apertura. L’ ad Trapani ha mostrato una cauta fiducia per il prosieguo dell’anno, ma non è bastato. Lo storno è stato forte, ma forse non è ancora terminato), Geox (- 16,00% anche per Geox la trimestrale è stata deludente ma il bilancio da inizio anno resta ancora ampiamente positivo in quanto, ricordiamolo sempre, Geox è uno dei pochissimi titoli i cui minimi sono stati toccati nel novembre e non nel marzo scorso. Continuo a considerare il titolo molto pericoloso ed invito i lettori ad essere prudenti) e Banco Popolare (-13,86% dopo una settimana come quella che si era conclusa l’8 maggio uno storno poteva essere ipotizzabile, il primo giorno di contrattazione, però, il Banco stupiva ancora con un +5,08%, ma la chiusura sotto il livello di apertura lasciava intendere che le prese di beneficio stavano per scattare. Ora occorre recuperare al più presto quota 6 euro per scongiurare nuovi scivoloni e consolidare il livello raggiunto).
Ottava all’ insegna del bear anche per il mercato americano con l’indice S&P500  che ha chiuso con un ribasso del 4,99%, mentre il Nasdaq e il DJIA hanno fatto segnare rispettivamente un    -3,38% e -3,57%. In quest’ultima settimana abbiamo assistito al rimbalzo del settore del tabacco (+3,25%), dei soft drinks (+2,83%) e dei software (+2,25%). Negativo invece il settore della pubblicità e delle banche regionali e consumer finance.
Settimana all’ insegna della lettera per il Nikkei225 (-1,78%) che è scivolato a ridosso dei 9000 punti (per la precisione 9265,02) trainato al ribasso dal settore automobilistico (pessima performance di Toyota) e dell’ hi-tech.

Dopo due settimane rialziste il mercato delle materie prime, sulla scia del recupero del dollaro sul mercato valutario, ha finito per archiviare l’ottava in territorio negativo. Da inizio anno il principale indice delle materie prime registra una flessione dello 0,72%. In questa settimana si sono messi in evidenza in positivo i suini da macello (+10,52%) , l’ oro (+2,58%) e il caffè (+1,47%) mentre hanno chiuso in territorio negativo il cotone (-7,66%), il cacao (-6%) e  l’olio da riscaldamento (-5%).

In questa settimana sul mercato obbligazionario europeo il contratto-future sul decennale ha archiviato gli scambi a quota 121,14 punti, in rialzo di oltre una figura. L’allungo delle quotazioni è stato agevolato dalle prese di profitto scattate sui mercati azionari dettate dai dubbi degli investitori sulla tenuta delle Borse, date le prospettive economiche e i risultati aziendali non sempre tali da giustificare il recente recupero dei listini. Lo specchio riflesso è l’allargamento degli spread sul mercato dei CDS. Graficamente parlando un livello di supporto potrebbe essere rappresentato dal minimo dell’ultimo periodo (120,11 punti) aggiornato peraltro nel corso della precedente settimana e coincidente con la media mobile a 200-giorni mentre la prima resistenza coinciderebbe con la media mobile a 50-giorni (122,85 punti). La curva dei rendimenti ha finito per indietreggiare. Il titolo a 2-anni si è attestato in area 1,2 6% (-5 bp), il 5-anni al 2,42% (-10 bp) e il 10-anni al 3,37% (-8 bp). Il differenziale BTP/BUND si è allargato attestandosi a 92 punti base, sulla scia della quarta contrazione consecutiva del PIL tedesco. Il mercato obbligazionario ha trovato finora nella recessione mondiale e nel pericolo di “deflazione” un valido alleato nel suo percorso rialzista e nell’ allargamento della base monetaria delle banche centrali con il conseguente timore di un ritorno all’inflazione nel medio – lungo termine e di un robusto appesantimento dei conti pubblici i principali elementi di disturbo. Viceversa sul mercato USA sui titoli di stato in settimana ha prevalso il profit-taking. I titoli di stato a 2-anni si sono rafforzati per rendere a fine settimana lo 0,83%, mentre i temi a 10-anni sono saliti, con i rendimenti in discesa fino a 3,1 0%, dove passa la media-mobile a 200-giorni, livello violato il quale al ribasso i treasuries diventerebbero tecnicamente meno vulnerabili. I titoli trentennali hanno visto i propri rendimenti ridiscendere a 4,06%.

In questa settimana sul mercato dei cambi che subito dopo gli stress-tests sembrava poter assumere una connotazione prociclica, nella settimana precedente ha invertito in parte la rotta, assumendo sembianze meno cicliche o per lo meno più neutrali. L’euro-yen, cambio cardine del mercato la cui chiave di lettura è fondamentale per comprendere quanta risk-adversion giri sui mercati finanziari, ha violato al ribasso la media-mobile a 200-giorni, discendendo al di sotto della soglia psicologica di 130,00.
Questo movimento implicherebbe una maggior prudenza su tutte le asset classes. Tuttavia il quadro per ora resta in chiaro-scuro, con la rassegna macroeconomica globale che mostra dati ambivalenti e con i parametri d’inflazione differenti se presi su base mensile o su base annuale.
In materia di euro-dollaro, nel finale di settimana ha prevalso lievemente la divisa americana, che si è attestata a 1,3450. In questo caso il primo livello tecnico, peraltro abbastanza rilevante, ma non troppo alla luce dell’erraticità che il cross ha dimostrato negli ultimi mesi, si colloca a 1,3406. Sulla parte alta la zona di resistenza dove sembra essersi formato un ipotetico doppio massimo si colloca tra 1,3722 e 1,3738. Il dollaro da un lato è supportabile sulla base del risanamento del trade-deficit che si è confermato nuovamente al di sotto della soglia dei 30 miliardi di dollari mensili e dall’altro è penalizzato dall’ascesa del budget deficit che ha superato la soglia di 800 miliardi di dollari nell’anno fiscale in corso. La differenza tra l’euro ed il dollaro sta nel fatto che la BCE non ha adottato al contrario della Federal Reserve il “quantitative-easing”. L’utilizzo del “credit-easing” da parte di Trichet rende il quadro previsionale più confuso e meno nitido. La fluttuazione del cambio risulta confermare questa incertezza e i graficisti resterebbero rialzisti sull’euro soltanto fino alla tenuta della media-mobile a 200-giorni a 1,3406, violata la quale bisognerà rimescolare le carte e riaprire il gioco valutario nuovamente.
Quanto all’euro-sterlina, essa ha iniziato la settimana a 0,8885, essendosi il cambio riproposto a ridosso della trendline rialzista di medio-termine dinamicamente ora a 0,8850-0,8870, violata la quale bisognerebbe considerare il supporto equivalente alla media-mobile a 200-giorni in ascesa a 0,8654. Sulla parte alta le resistenze si posizionano a 0,9060-0,9063.

                        
                        MARKET MOVER DELLA SETTIMANA
 
Per quanto riguarda la settimana macroeconomica europea dobbiamo segnalare soltanto la giornata di Martedi  19 per la pubblicazione dell’ indice Zew in Germania e Giovedi 21 la pubblicazione dell’ indice Pmi manifatturiero, dei servizi e composito.
Spostandoci Oltreoceano sarà una settimana ricca di dati macroeconomici dove dobbiamo segnalare Lunedi 18 la pubblicazione dell’ indice Nahb relativo al mercato immobiliare del mese di maggio, Martedi 19 quello delle licenze edilizie e dei nuovi cantieri residenziali mentre Giovedi  21 sarà la volta dei sussidi di disoccupazione, dell’ indice anticipatore m/m relativo al mese di Aprile e l’ indice Philadelphia relativo al mese di maggio.
Per quanto riguarda il quadro macroeconomico nipponico sarà una settimana dove non segnaliamo nessun appuntamento degno di nota.
Infine vi segnalo che nella giornata di Lunedi 18 a Piazza Affari comincerà la stagione dello stacco dividendi che vedrà presenti: Alleanza, Generali, Atlantia, MPS, BPM, Bulgari, Buzzi,Campari, Erg, Finmeccanica, Fonsai, Impregilo, Italcementi, Lottomatica, Mediaset, Mediolanum,Saipem, Snam Rete Gas.

Per suggerimenti e chiarimenti scrivete a vincenzo.polimeno@professionefinanza.com